sabato 5 novembre 2011

Teatro NŌ, una tradizione contemporanea: la prima giornata di laboratorio al CIMES


-Sai come si scrive respirazione in giapponese? Si scrive con la perfetta combinazione di due ideogrammi... uno significa personalità, l'altro cuore. -Cuore e personalità?
-Precisamente!
-Vuol dire che il mio respiro è il mio cuore?
-Sì, certo!
(da The Italian Restaurant)

Energia, percezione, immaginazione, passione... in una parola sola teatro Nō.
Arte giapponese da secoli ben radicata nel presente, viva grazie all'amore per la tradizione e l'impiego per la sua salvaguardia effettuata dai Maestri giapponesi.

Sei secoli di storia, che dal Paese del Sol Levante, affiorano dagli insegnamenti del Maestro Umewaka Naohiko, per giungere qui, negli spazi del DMS, dal 4 al 10 novembre 2011, impegnato in un laboratorio intensivo con messa in scena finale di The Italian Restaurant, scritto e diretto dal Maestro stesso.

Quindici ragazzi, selezionati in precedenza per il laboratorio, sono pronti per iniziare.

Keirei. Si comincia!


3 novembre 2011

Mancano pochi minuti all'arrivo del Maestro, nell'aria freme qualcosa, di nuovo, di strano, di piacevolmento ignoto.

Sguardi predatori di estesi orizzonti, con la destrezza di una gioventù affamata di esperienze, e la dolcezza di un fiore di loto. Fiore meraviglioso posato sul nono gradino, il più elevato, della scala performativa

Il Maestro è in sala prove. Umewaka Naohiko è un shite professionista di Nō. La famiglia è un ramo della famiglia Kanze, una delle cinque grandi famiglie di attori Nō, che discende direttamente da Zeami, pensatore illustre che rese il teatro Nō un'importante forma teatrale.


Ci spiega che è “arte del cuore”, è espressione del corpo tramite l'energia, è concentrazione, è immaginazione e non percezione.

Ci mostra la posizione fondamentale: postura retta, finalizzata a compiere movimenti successivi. Ogni parte del corpo è vissuta idealmente, un globo di energia in continuo movimento. Si impara ad ascoltarla, a non disperderla.

E poi la camminata. Non è un movimento semplice. É come un'equazione a tre incognite da risolvere: pavimento, corpo, energia. I piedi colgono le informazioni del pavimento (o superficie), percepiscono la superficie che stanno calpestando, sua conformazione, ogni sua deformazione. Solo così lo spettatore potrà immaginare di calpestare, per conto dell'attore, la medesima superficie, si immedesimerà.

Prima di entrare nel vivo del lavoro, “bisogna fornire un punto di riferimento stabile che faciliti l'emersione di inclinazioni altrimenti celate dall'attività superficiale della mente” - ribadisce il Maestro. La meditazione è la soluzione. Un quarto d'ora di fronte al muro - proprio come l'inventore dello Zen (che ci rimase per nove anni!)

Meditare era necessario per la performance finale? Le energie quanto influenzeranno sulla recitazione? Come si “ascolta il pavimento”? E il testo senza logica performativa a cosa porterà? È ora di pranzo. I ragazzi sono un fiume in piena di emozioni: disorientati certo, affaticati, affamati, ma curiosi, entusiasti, affascinati di conoscere nuovi cantucci del proprio io, annebbiati da una quotidianeità che abbiamo naturalizzato, resa come unica, possibile conoscenza della realtà.

Ci si gusta una sigaretta in compagnia per scaricare la tensione-adrenalina-paura. Sarà sufficiente?

Si ritorna a lavoro. Le perplessità verranno svelate, le risposte sono sul palco, non rimane che passare all'atto pratico.

No, è il Maestro a scegliere gli attori, saranno loro a decidere quando sarà il loro momento.


Obiettivo: sperimentare variazioni e innovazioni in ambito drammaturgico e registico dalla tradizione tecnica del Nō, nel rispetto di alcune regole di base.

Movimenti decisi e calibrati, respirazione, cambi improvvisi di espressione, virtuosismi esclusi, cambi di scena nella scena stessa: questo è teatro Nō del Maestro Umewaka Naohiko, innovativo e al tempo stesso rispettoso delle tradizioni.

Si cominciano a scoprire le prime carte del gioco, anzi, le prime regole! Alcuni dubbi si sciolgono - con palese soddisfazione degli attori! Saranno pronti a cominciare l'avventura? Il confronto con lo spettatore? Ma prima... il confronto col proprio Io!
Angela Sciavilla

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