martedì 8 novembre 2011

Teatro NŌ, una tradizione contemporanea: la quarta giornata di laboratorio al CIMES



7 Novembre 2011
Il laboratorio del progetto Teatro Nō: una tradizione contemporanea organizzato dal CIMES centro di promozione culturale del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna continua. Siamo arrivati alla quarta giornata: stiamo imparando a conoscere un po' di più questo maestro e uomo straordinario che è il Maestro Umewaka Naohiko.

La mattina è stata dedicata al posizionamento delle luci e alle musiche. Non ho molto da dire a riguardo, se non un grazie al signor Roberto, il tecnico-luci, per la competenza e la disponibilità accordataci.

Come? Tutto qui?
No!!

Non posso non spendere due parole (purtroppo solo due!) sul Maestro Umewaka Naohiko. Non come artista affermato in tutto il mondo, ma come uomo.

Tutti lo conoscono come uomo “istituzonale”, composto, impeccabile, dai saldi valori morali, regole ferree, zero eccezioni.

Anche noi l'abbiam conosciuto così! 

Impressionante la distanza tra noi e il Maestro il primo giorno, lui seduto nella parte alta della platea, noi ai piedi del palco.

Dovevamo capirlo bene una volta per tutte: rispetto, rispetto, rispetto!

Si percepiva della tensione nel suo sguardo: andava incontro a ragazzi mai visti prima, di nazionalità lingua abitudini diverse, un tempo di preparazione dello spettacolo ridotto...

É bastato che i ragazzi mostrassero entusiasmo e fiducia nel lavoro, voglia di imparare e sfidare il tempo tiranno, et voilà, il maestro dona corpo e anima per il progetto.

Un'ascesa di indizi, consigli, indicazioni...

Sperimenta, spiega, interpella i giovani, mette in discussione il suo punto di vista, svela nozioni di Teatro Nō, ci onora di alcune sue dimostrazioni. Insomma, un Maestro nel teatro e nella vita!


La cosa strana è che questa forma teatrale ha cominciato a contaminare la mia vita quotidiana, a confondere il teatro e la vita. […] Forse sono diventata io stesso il confine. La mia vita scorre ormai su quest due binari”.
Lo direste anche voi se lo vedeste all'ora di pranzo: noi tutti ci allontaniamo dal teatro per “distogliere i pensieri, riposare, distrarsi un po'. Lui no! Mangia nei camerini, continua a lavorare, studiare fino al nostro rientro.

Fine pausa pranzo. Ci sorride, coniunge le mani, china il capo, si ricomincia.
GO!

La vita è teatro, il teatro è vita: potrebbe essere la sua filosofia di vita?

Angela Sciavilla




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