7 Novembre 2011
Il laboratorio del progetto Teatro Nō: una tradizione contemporanea organizzato dal CIMES centro di promozione culturale del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna continua. Siamo arrivati alla quarta giornata: stiamo imparando a conoscere un po' di più questo maestro e uomo straordinario che è il Maestro Umewaka Naohiko.
La mattina è stata dedicata al posizionamento delle luci e alle musiche. Non ho molto da dire a riguardo, se non un grazie al signor Roberto, il tecnico-luci, per la competenza e la disponibilità accordataci.
Come? Tutto qui?
No!!
Non
posso non spendere due parole (purtroppo solo due!) sul Maestro
Umewaka
Naohiko.
Non come
artista affermato in tutto il mondo, ma come uomo.
Tutti
lo conoscono come uomo “istituzonale”, composto, impeccabile, dai
saldi valori morali, regole ferree, zero eccezioni.
Impressionante
la distanza tra noi e il Maestro il primo giorno, lui seduto nella
parte alta della platea, noi ai piedi del palco.
Dovevamo
capirlo bene una volta per tutte: rispetto, rispetto, rispetto!
Si
percepiva della tensione nel suo sguardo: andava incontro a ragazzi
mai visti prima, di nazionalità lingua abitudini diverse, un tempo
di preparazione dello spettacolo ridotto...
É
bastato che i ragazzi mostrassero entusiasmo e fiducia nel lavoro,
voglia di imparare e sfidare il tempo tiranno, et voilà,
il maestro dona corpo e anima per il progetto.
Un'ascesa
di indizi, consigli, indicazioni...
Sperimenta,
spiega, interpella i giovani, mette in discussione il suo punto di
vista, svela nozioni di Teatro Nō, ci onora di alcune sue
dimostrazioni. Insomma, un Maestro nel teatro e nella vita!
“La cosa strana è che questa forma teatrale ha cominciato a contaminare la mia vita quotidiana, a confondere il teatro e la vita. […] Forse sono diventata io stesso il confine. La mia vita scorre ormai su quest due binari”.
Lo direste anche voi se lo vedeste all'ora di pranzo: noi tutti ci allontaniamo dal teatro per “distogliere i pensieri, riposare, distrarsi un po'. Lui no! Mangia nei camerini, continua a lavorare, studiare fino al nostro rientro.
Fine
pausa pranzo. Ci sorride, coniunge le mani, china il capo, si
ricomincia.
GO!
La
vita è teatro, il teatro è vita: potrebbe essere la sua
filosofia di vita?
Angela
Sciavilla
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