sabato 12 novembre 2011

Il backstage di The Italian Restaurant



Il laboratorio di Teatro Nō organizzato da CIMES, dopo sei giorni di intenso lavoro, volge al termine con lo spettacolo “The Italian Restaurant”.

Quando il critico varca il limite dell'oggettivo, non guarda più gli eventi con distacco, si fa travolgere da una marea di emozioni, non è più critico.
Entrare in punta di piedi (o sgattaiolare) con la premura di non lacerare il drappo setoso di emozioni, intenzioni intessuto fino a oggi.
Una voglia ghiotta di assaporare emozioni, lo ammetto!
Il desiderio di degustare coi ragazzi sconfitte e vittorie, in un tempo presente che fa da cornice a un mai più ripetibile.

Due ore prima dello spettacolo, all'ingresso del teatro c'è Monica, la protagonista, che esegue esercizi ginnici per distendere muscoli e tensione.
Marianna, la cameriera, va avanti e indietro per i palco, furiosa; ripete a tutti che “i segni di scothc sul palco per sistemare i tavoli non li vuole ve-de-re, chiaro?!
Sergio, uno dei due samurai, è al telefono con qualcuno a cui ha riservato dei posti a sedere... eh eh eh, orgoglio d'attore!
E poi un animato vociferare proveniente dal palco: Lucia, Luca, Tommaso, Andrea, Fabio tentano espedienti per sincronizzare i movimenti della scena finale: propongono un'idea, la confutano, ne suggeriscono altre...
Hanno la situazione sotto controllo, dicono!

Oh, ecco il Maestro!
Grazie ragazzi per la devozione con cui avete lavorato, per aver creduto in questo progetto. Godiamoci questa serata, con calma, e ripensiamo a questa settimana... splendida. Grazie.”
Poche parole che rasserenano gli animi. Cosparge calma intorno a sé. Eppure fermenta il suo animo: vuole ancora riferire dettagli ai ragazzi, e poi cerca del cerone bianco per i Diavoli (alle 8 di sera!), e poi chiede un cucchiaio per la scena, e poi una lampadina per dietro e quinte, e la sistemazione dei tavoli! É tutto pronto, Maestro?

Quindici minuti dal debutto: siamo tutti in cerchio.
Monica ha tra le mani una stecca di cioccolato. Frammentare il dolce in segno di condivisione di una stessa energia vitale; a ognuno una piccola parte.
E poi un profondo respiro, tutte le mani al centro, grinta ragazzi!
Merda merda merda!

Angela Sciavilla

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