mercoledì 22 febbraio 2012

C come Carcere. C come Cultura. Volterra: terra del Rimorso... mutata in Arte!

Le urla della Compagnia della Fortezza invadono anche Bologna.

Cos'è la Fortezza? Armando Punzo chi è? Cosa c'entra Volterra ? Mercuzio è il personaggio di Shakespeare, di Armando Punzo, o è mera essenza, intollerante a costrittive regole dettate dalla celeberrima tragedia di fine cinquecento?
Volterra è "Terra col volto" diffamato, sconsacrato perché ospita, nella sua fortezza medicea, un carcere. Le mura di cinta sono le mura della fortezza, imponenti. Qui sono stati rinchiusi gli anarchici di fine Ottocento; venivano mandati per punizione anche i detenuti in lotta alla fine degli anni Sessanta, fino all'istituzione delle carceri di massima sicurezza.

È la Casa di Reclusione di Volterra, per molti. Per Armando Punzo, invece, è la casa della sua arte, dell'arte dei suoi detenuti, uomini col diritto di vivere, nonostante molto pregiudizi, e di sognare.

Anche Mercuzio sogna e afferma: "Coloro i quali sognano, spesso sono messi in mezzo... In mezzo alle coltri, e sognano delle cose vere."
E il progetto "Mercuzio non vuole morire" è cosa vera. Mercuzio di Shakespeare non è costretto a morire:  il regista Armando Punzo con la Compagnia della Fortezza di Volterra gli concedono una seconda chance. In che modo? non rassegnandosi alla realtà e continuando a sognare.

La poesia dell'arduo progetto incanta anche Bologna.
L'anno scorso, in occasione della XXV edizione del Festival VolterraTeatro, organizzato dall'Associazione Carte Blanche, c'è stata una prova aperta al pubblico della compagnia di attori-detenuti. Un uomo con una valigia e una lacrima al suo interno, versata per i dispiaceri di questo mondo. Un modo per abbandonare le angoscie e lasciar spazio al sereno.

Gennaio Duemiladodici. Un anno dopo l'impresa si espande, sulle orme di questo stesso progetto.  Non uno, bensì due, tre, quattro Mercuzio radunati. Tante persone con valigie traboccanti di lacrime, pesanti fardelli che provano ad abbandonare la pesantezza del quotidiano per alleggerire l'animo.
La sfida è stata lanciata in via Azzo Gardino, nello spazio antistante ai laboratori Dms. Un "duello" che ha visto ragazzi del Dams confrontarsi. Un laboratorio introspettivo, che scova paure represse, crea sfiati per liberarle e condividerle.

Bagagli sparsi ovunque, nel piazzale! Grandi, piccoli, di stoffa, colori diversi e fantasie particolari: ogni valigia svela aneddoti, urla al vento segreti inestimabili, sussurrano frammenti di vite vissute. Note di pianoforte accompagnano al patibolo un presente appena passato e un passato che è presente, da abbandonare. Il pubblico lascia la valigia al centro, si guarda intorno e aspetta incuriosito.
Gli studenti sono tra la gente.Uno di loro si avvicina al bagaglio, lo afferra, sembra pronto alla partenza. Un'altra ragazza ha la stessa intenzione, invita anche il pubblico a partire.
Lo spettatore sussulta, indeciso. Però si fa avanti.

Coinvolti tutti per cosa, difendere i sogni? Quanto costa non  arrendersi al “Basta, basta, Mercuzio, tu parli di nulla!” inflitto da Romeo?
Si scatena una reazione a catena di speranze colte al balzo, valigie chiuse, sguardi che si cercano, corpi che si rincorrono... si parte!
Il viaggio continua all'interno dei Laboratori, sulle poltrone del teatro. I ragazzi del workshop si sono aperti in un dialogo del cuore, rivolto a coloro che vogliono ascoltare. Denunciano  paure e fragilità, riflesse ora, sul pubblico.
"Per quella volta che un immigrato è stato picchiato sul posto di lavoro, davanti ai colleghi che non l'hanno difeso, io sento rabbia!", "Ho paura di precipitare nel buio, di non saper più vedere la luce",   "Io, scialacquatore di inestimabili parole, non voglio fingere".
Ogni racconto evoca immagini in cui potersi riconoscere. C'è quasi una paradossale sensazione di simultaneità tra distanza e vicinanza, fra alterità e identità. Un modo per cogliere meglio il senso delle vite altrui?
Mercuzio non accetta il suo ruolo, non vuole essere sacrificato un'altra volta.  Ma da solo non ce la farebbe, ha bisogno di compagni di strada disposti a rinunciare alle briglie del quotidiano, almeno un pomeriggio.
"Che colpa ne ho se non costruisco con i mattoni? Sono pazzo d'amore, senza poesia non so che fare. Allora datemi uno spazio, o me lo prenderò io".
Mercuzio ha conquistato un cantuccio in ogni persona che crede in questo progetto e che continua  a lavorare con Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza per riscattare il sogno, una volta per tutte.

Angela Sciavilla

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