“Meraviglioso, affascinante, mistico” potrebbe dire uno straniero la prima volta che vede Moni Ovadia in scena,. Invece gli altri, quelli immersi nella cultura teatrale italiana, potrebbero dire: “Ma lui è sempre stato così”. Proprio questo mi è successo lunedì 7 febbraio nel recital-reading intitolato Il Registro Dei Peccati, Rapsodia lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle, presentato presso i laboratori Dms in via Azzo Gardino 65/a, dove lo spazio- tempo si sono dilatati grazie al suo originale e proprio stile di far assaggiare il mondo khassidico.
Dio, il mondo ebraico, la spiritualità, le battute religiose, l’ateismo, l’umorismo sono cose che si dovrebbero mescolare e mettere in scena più spesso come fa Moni nel suo recital-reading, accompagnando la serata con canti ebraici, letture e citazioni di ebrei famosi nella storia dell’umanità, basandosi sul khassidismo, che viene definito come una corrente ebraica nata verso meta ‘800 che celebra la fragilità umana e la sua bellezza. Qui l’umanitá ha una relazione di familiarità e prossimità con il divino;, la maestà del divino viene celebrata con la gioia dei canti, la danza, la narrazione, l’umorismo e lo studio metodico e rigoroso della Sacra Scrittura.
Veramente questo è uno spettacolo che merita di essere goduto e che ci ricorda la celebre frase del teologo cattolico Teilhard de Chardin : “Non siamo esseri materiali che vivono un’esperienza spirituale. Siamo esseri spirituali che fanno un’esperienza materiale”.
Elizabeth Perez Mejia
Talleyrand de Chardin?!?!?
RispondiEliminaops! pardonne moi!
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