domenica 3 marzo 2013

Diario di bordo per Un Otello altro - seconda parte. Le prove


“Il fazzoletto, il fazzoletto!” L’ossessione di Otello viene materializzata tramite il passaggio veloce del fazzoletto e la sua continua presenza in scena anche in versione gigante, telo bianco-telo nero, anch’essi volteggianti. Il gioco allude chiaramente al contrasto tra il bianco e il nero, uno dei temi principali dell’opera shakespeariana, così come sono neri gli stivali lucidi degli attori, e le ombre, proiezioni della gelosia folle di Otello, dietro allo sfondo bianco.

Bozzetto registico di Oscar De Summa

 In questo caso la tragedia nel suo complesso è rispettata, anche se traspare il ritmo frizzante e spiritoso come nel precedente Amleto a pranzo e a cena: «Abbiamo lavorato su Shakespeare convinti di poter riutilizzare anche la sua profonda conoscenza e riutilizzo degli stilemi della commedia dell’arte» osserva il regista Oscar De Summa in occasione delle prove. È questa suggestione che porta il regista a prendere il testo in alcuni casi contromano, con riferimenti anche all’attualità: «[…]questo è il testo shakespeariano in cui più nettamente si ripresenta una situazione di teatro medioevale: il diavolo (qui individuato in Jago) prende al laccio, al di là delle nostre forze, il corpo e l'anima. Ma contemporaneamente possiamo leggere in quest'opera l'opera più contemporanea di Shakespeare proprio perché il dramma è tutto personale e privato». Altri dettagli? L’esperienza diretta è ideale: prima a Brescia il 5 marzo, replica il 17 a Rubiera.

Fabio Raffo

1 commento:

  1. Ci tengo comunque a ringraziare in questo postscriptum Edoardo Pitré per la sua preziosa presenza in occasione delle prove qui recensite e per gli spunti ooferti a questo arrticolo. Grazie ancora,

    Fabio Raffo

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