In scena il telo bianco sul solito palco di legno dell’Amleto a pranzo e a cena, luci in sala, i quattro attori escono dalle quinte e stringono il patto d’immaginazione con lo spettatore: il telo sarà broccato e i costumi saranno storici, grazie al suono magico del campanello che detta l’inizio dello spettacolo.
L’inizio è quanto mai dirompente grazie all’uso straniato della commedia dell’arte, su Roderigo-Arlecchino (iconico il suo cappello) che diventa mentecatto mentale, su Brabanzio-Pantalone dall’accento veneto, su Iago altro Arlecchino che ha sbagliato commedia. L’ingresso di Otello tra i due teli che si separano, a creare il primo contrasto bianco-nero, non determina un immediato cambio di registro.
Tuttavia il comico scivola presto verso il grottesco nella notte di Cipro, dove è già in atto il piano di Iago: le prime ombre della gelosia ossessiva si manifestano dietro il telone.
Locandina dello spettacolo Un Otello Altro |
Risulta più decisivo e più stridente la versione “pop” di questo Otello altro, rispetto all’Amleto a pranzo e a cena: lì la metateatralità consentiva al gioco di essere riflessivo e allo stesso tempo divertente.
In Otello il comico diventa amaro, i suoi ritmi ripetitivi e loop segnano ben presto l’ossessione di Otello, l’incapacità di comunicazione tra i personaggi è un abisso, paradossalmente ancora più profondo per via delle inevitabili sporcature di una prima nazionale. Diventa sempre più difficile contrastare i meccanismi ineluttabili della tragedia, che avanza inesorabile fino alla sua esplosione. Un altro brusco straniamento comico, il loop sul fazzoletto dettato anche dalla musica, non riesce a salvare la povera Desdemona, finché cade ancora più sconsolato il buio sul dramma privato della sua uccisione, neanche compensato dal pentimento finale e suicidio di Otello e la mezza giustizia su Iago, previsti nell’atto finale del testo shakespeariano.
Visto a Rubiera, presso il Teatro Herberia il 17 marzo 2013.
UN OTELLO ALTRO
con Oscar De Summa, Armando Iovino, Mauro Pescio, Antonio Perrone
regia: Oscar De Summa
produzione: La Corte Ospitale di Rubiera
Fabio Raffo
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