venerdì 8 aprile 2011

“Pharmakos” di Città di Ebla: un laboratorio anatomico


Il progetto teatrale APRIRE LA SCENA pieghe e piaghe della compagnia Città di Ebla, nata a Forlì nel 2004, è stato presentato al Laboratorio DMS di Bologna nella rassegna della Soffitta 2011, a cura di Silvia Mei.

Il 24 marzo del 2011 la compagnia, una settimana dopo aver iniziato il loro percorso con Metamorfosis all'Arena del Sole, ci offrono Pharmakos V nel laboratorio di via Azzo Gardino. Il fatto di definire lo spazio scenico “laboratorio” non è banale, come tale lo usano gli artisti della Soffitta: uno spazio dove si sperimenta con le diverse possibilità che può offrire la rappresentazione teatrale. Così si vede in Pharmakos V; l’entrata è gratuita e gli spettatori, senza un posto assegnato in cui sedersi, rimangono in piedi, tutti attorno allo spazio scenico centrale disegnato con una linea adesiva bianca attaccata sul pavimento. È, dunque, nel mezzo di questo cerchio che stanno i tre attori protagonisti dello spettacolo: una scienziata che scrive sulla lavagna in continuazione, un dottore che diventa il DJ dello spettacolo e una donna seminuda nel mezzo, stesa su una specie di vasca da laboratorio, che rappresenta l’oggetto di analisi o indagine.


Lo show, che sembra essere cominciato dal momento in cui il primo spettatore entra nello spazio, inizia a ingranare quando tutto il pubblico si trova in scena, come spettatori di un vero teatro anatomico. E’ questo il momento in cui l’oggetto di indagine, ancora in vita, comincia a reagire a ciò che scrive la scienziata con enfasi sulla lavagna, ai concetti che poi cancella in continuazione... la sua mano si muove in maniera veloce e sicura e con la stessa velocità arriva la reazione dell’attrice che si trova nel mezzo della scena. Questa, che assume diverse forme cambiando posizione attraverso il movimento organico e continuo del suo corpo, suggerisce l’idea di una sostanza docile, sensibile, nonostante non sia controllabile del tutto... come una specie di pharmakos o virus che si prova a eliminare. O addirittura, come un corpo offerto alla ricerca medica.

Una tematica attuale e al stesso tempo nuova nell’ambito teatrale. Uno spettacolo contemporaneo che cancella tutta la comunicazione verbale possibile, riduce alla musica gli effetti sonori dello show, cancella la gerarchia tra pubblico e attori, presentandosi così come una vera performance.

Interessante sperimentazione sul teatro anatomico, una prova di teatro contemporaneo nella quale il regista, una volta di più, si mostra come il capo dello spettacolo: fa uso degli attori come topi da laboratorio, sperimenta con le forme plastiche che offre la scena e gli effetti di luce e offre sentimenti, sensazioni e diverse idee di carattere soggettivo, di libera interpretazione.
 
Dina Caball Olivet

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