Novellara (RE). Domenica 24 novembre presso il Teatro Franco Tagliavini va in scena Il Tuo Sguardo Mi Fa Paura. Non è solo uno spettacolo diretto dal regista Matteo Carnevali, ma anche un progetto di laboratorio di ricerca e formazione teatrale rivolto a soggetti diversamente abili.
Liberamente ispirato alla favola di Barbablù di Charles
Perrault e arricchito con testi di Alda Merini, Maxence Fermine, Mariangela
Gualtieri e Friedrich Nietzsche, racconta della disperata solitudine che sempre
accompagna ogni tipo di diversità. Solitudine da cui è impossibile fuggire.
È la terza produzione de La Trilogia delle Favole (dopo la
rivisitazione di Pinocchio di Collodi e Biancaneve dei Fratelli Grimm) portate
in scena in diversi stagioni nei teatri dell’Emilia Romagna. Scrivono testi
originali per realizzare spettacoli che uniscano le figure allegoriche presenti
nelle fiabe con i racconti autobiografici dei protagonisti.
Nati nel 2008 col nome di AltrArteTeatro, perseguono una scelta
precisa e radicale: la realizzazione di spettacoli che non prevedano la
presenza di ragazzi e adulti normodotati come attori, bensì azioni teatrali e
drammaturgie che valorizzino le caratteristiche dei soggetti disabili presenti
nel gruppo.
“Vuole essere un viaggio onirico e rarefatto nella
solitudine e nella paura che la menzogna può generare. Il punto di vista
tradizionale secondo cui il protagonista è una sorta di orco malefico, che
colleziona i cadaveri delle sue spose, viene rovesciato e lo spettacolo prova
ad analizzare più in profondità la figura di Barbablù, a ipotizzare le
possibili origini alla sua rabbia, alla delusione e alle sue paure”- si legge
nelle note di regia - “Il nostro approccio può essere definito artigianale”.
Un lavoro di preparazione e definizione dello spettacolo
molto lungo, che nasce dall’esigenza di allontanarsi dalla trama originale
della fiaba, per definire un punto di vista risolutivo da cui raccontare la storia.
Un lavoro che tenta di raccontare una nuova versione delle vicende in modo
chiaro e suggestivo e per dare la possibilità agli attori di riempire lo spazio
scenico e lo spettacolo con i loro corpi, i loro ritmi, la loro intrinseca
poetica senza concessioni al pietismo o alla facile accondiscendenza.
Per gli attori di AltrArte, il fare teatro rappresenta un
modo per poter soddisfare il proprio bisogno di indipendenza, per poter
mostrare le proprie competenze e per potersi emancipare come esseri umani.
Qual era l’intenzione di Barbablù?
“Da questo lavoro di ricerca è nato lo spettacolo, dal quale
emerge con forza e in modo inaspettato una riflessione (grido di dolore?) sulla
solitudine. Solitudine vista non come scelta volontaria ma come conseguenza,
come imposizione. Il nostro Barbablù si pone in modo semplice e disincantato di
fronte alla vita, cercando le presenze e le vicinanze necessarie per rendere
l’esistenza sopportabile. A fronte di queste richieste-aspettative il
protagonista riceve in cambio solo menzogne e di conseguenza la sua reazione
sarà dura ma necessaria, il sacrificio delle spose bugiarde è indispensabile
per mantenere la purezza iniziale di Barbablù”.
In scena a Novellara (RE), domenica 24 novembre presso il
Teatro Franco Tagliavini.
Per info: www.altrarte.eu.
Angela Sciavilla
Nessun commento:
Posta un commento