lunedì 26 marzo 2012

Speciale "Caino": focus sul Teatro Valdoca

PRESENTAZIONE DELLO SPETTACOLO

Caino: la radice violenta e attiva di ognuno
di Carolina Ciccarelli

Il 28 e il 29 marzo, pressol'Arena del Sole, il centro La Soffitta presenterà le ultime repliche italiane dello spettacolo

Caino è noi. Caino è il male che attraversa l'umanità. Caino è anche l'uomo della tecnologia, il primo ad aver fondato una città e ad aver iniziato a lavorare il metallo. È il male, la solitudine del male che, oggi, noi possiamo profondamente capire. Gli siamo vicini, indirettamente e inconsapevolmente, siamo suoi fedeli compagni. Viaggiamo verso la sua stessa direzione. Fratricida per invidia, Caino è colui che fa. Produce, lavora, costruisce, si ingegna.


Qualunque gesto attivo ha una radice violenta, dice Mariangela Gualtieri. Noi siamo degni eredi di questa radice. Da quella nasciamo e a quello si ricollegano i nostri rami, consapevoli che siamo nati per agire.

Temi inafferrabili quelli della storia dei figli di Adamo ed Eva. Tanto che il processo di scrittura della drammaturgia poetica è durato ben tre anni, fino al debutto alle Fonderie Limone di Mocalieri per la Stagione del Teatro Stabile di Torino il 13 gennaio 2011.

Un viaggio nella parte buia che è dentro ognuno di noi, quella parte autodistruttiva che ci fa dimenticare il nostro prossimo, il nostro fratello muto, l' Abele che ci è di fianco.

Le immagini create dalla mano registica di Cesare Ronconi, fedele compagno d'arte della Gualtieri, aggiungono concretezza alle parole che la poetessa - che in questo spettacolo torna sulla scena nei panni di un angelo e di una mendicante - ha consegnato alla profonda voce di Danio Manfredini. Tra gli altri interpreti, la giovane promessa Leonardo Delogu, la splendida danzatrice Raffaella Giordano e Giacomo Garaffoni. Susanna Dimitri, Sara Leghissa, Isabella Macchi, Silvia Mai, Daria Menichetti, Mila Vanzini formano il coro tragico e muto che assiste, accompagna e partecipa alle azioni dei protagonisti. La musica è suonata dal vivo da Enrico Malatesta e da Alice Berni, i cui suoni, tra percussioni ed elettronica, riuniscono quel senso di primitivo e di contemporaneo racchiuso nel primo figlio dell'uomo.


RITRATTO D'ARTISTA

La drammaturgia poetica di Mariangela Gualtieri
di Carolina Ciccarelli

In un periodo in cui la parola viene privata del suo peso, svuotata della sua essenza vitale e la poesia sa di qualcosa che appartiene a un passato letterario, noi, oggi, abbiamo la parola poetica di Mariangela Gualtieri.


Cesenate, classe 1951, è fondatrice, insieme a Cesare Ronconi, del Teatro Valdoca, di cui è drammaturga anche se, prima di tutto, è una poetessa. Una di quelle che ama follemente la parola. Che sia detta in teatro o che sia scritta sulla carta, l'importante è che sappia essere portatrice di una carica esplosiva. Scoccata come una freccia, la parola poetica deve colpire. Il cuore, la mente, l'istinto, lo stomaco, il pensiero, non importa. Frutto di un'anima agitata dal mondo esterno, da cui riceve tormento e ispirazione, questa parola si riversa in quello stesso mondo, spinta dalla necessità di dire, urlare.
Non necessariamente ingabbiata nella metrica e nella forma, la parola è sciolta e fluida, scorre libera verso chi è pronto ad accoglierla. Specchio della sorgente poetica da cui sgorga, ne porta i pensieri, le sensazioni, gli stimoli, i traballamenti dell'animo dovuti a ciò che lo circonda.
È una poesia dell' Io. Lo ricerca, lo fa esprimere, lo fa delirare, lo fa confessare.
Intima, tanto da renderlo nudo e disarmato, quella parola poetica trova il suo spazio naturale nel teatro. Spesso accompagnata dalla musica dal vivo, la sua densità si rafforza e si completa con la regia di Cesare Ronconi. Le immagini che costruisce riflettono i suoni e i silenzi della partitura poetica, dilatandone il significato.
Duetti di forze gli spettacoli della Valdoca, di visione e di ascolto, di immagini e di parole, che catturano l'occhio e l'orecchio della platea, travolta da una mandria imbufalita di sensazioni, domande, risposte, emozioni, certezze, inquietudini, dubbi, dolori, gioie e tanto altro di indefinibile, intoccabile, impercettibile. Porta con quel senso di disorientamento e insieme di chiarezza che solo la poesia sa dare.
Mariangela Gualtieri ha pubblicato varie raccolte di versi, fra le quali le più recenti sono Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006), Bestia di gioia (Einaudi 2010) e Caino (Einaudi 2010).
Queste ultime due raccolgono la drammaturgia poetica degli omonimi spettacoli che La Soffitta, in collaborazione con l'Arena del Sole, ospiterà negli ultimi giorni di marzo.




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