martedì 13 marzo 2012

Dossier Franco Quadri, uomo di teatro patafisico: il convegno alla Soffitta

di Josella Calantropo

Curare la cronaca del convegno su Franco Quadri è stato per dei giovani critici come noi emozionate e stimolante. Confrontarci con un uomo di tale spessore intellettuale e di così tanta forza, ci ha permesso di riflettere sul modo pratico e teorico di fare critica oggi. Ma se registi, attori, critici, editori e studiosi si sono riuniti per ricordare un uomo e un professionista di teatro a tutto tondo, vuol dire che l’idea di Quadri sul critico che deve“sporcarsi le mani”, era vera e ben fondata.
Abbiamo - in questo dossier - raccolto il lavoro di quella giornata tramite una cronaca del convegno, dove si sono ascoltati i ricordi di chi Franco Quadri lo conosceva molto bene, ma anche alcuni punti di vista da parte di giovani che non lo conoscevano affatto o molto poco. Abbiamo inoltre montato un breve servizio con le video interviste dei partecipanti alla giornata e anche ricostruito in ordine cronologico i messaggi twitter e facebook che in contemporanea al convegno postavamo sulle piattaforme dei social network.
Siamo riusciti a intervistare – anche se con poche battute - il curatore del convegno Massimo Marino che visibilmente imbarazzato ha cercato di rispondere, trovandosi forse più a suo agio nel ruolo di chi le domande le pone.

Quanto è ingombrante la figura di Quadri per chi fa il suo mestiere?
Non direi ingombrante, ma più stimolante. Anche io ho lavorato con lui alla Ubulibri e essendo arrivato già con una mia esperienza e con un mio bagaglio, ho avuto da parte sua pochi rimproveri o correzioni in senso stretto. Sono stato più stuzzicato a confrontarmi con lui per fare sempre meglio.

Si sente suo allievo diretto?
Diretto forse no. Più come Da Ponte che imita Goldoni. A distanza ne scruto lo stile, ma cercando di trovare la mia strada, ognuno deve trovare la propria strada, il proprio modo di fare critica. D’altra parte questo è già un insegnamento di Quadri. Se dovessi indicare qualcuno che sento come maestri direi Giuliano Scabia e Leo de Berardinis.


Le video interviste
di Livio Dagrezio, Silvia Lorenzetti e Leonardo Cuccia
Franco Quadri un uomo di teatro patafisico: la cronaca di un convegno
di Giulia Marchetti

"Franco Quadri era un sismografo, era ipersensibile, sempre all'erta" e allo stesso tempo "un geologo capace di intuire le anticipazioni di tipo patafisico". Una sensibilità che gli consentiva di avere un rapporto privilegiato con gli artisti e una lungimiranza che gli permetteva di comprendere gli sviluppi di nuove tensioni teatrali. Così il critico durante il convegno Franco Quadri un uomo di teatro patafisico è stato definito in un ricordo di Luigi De Angelis, fondatore del gruppo teatrale Fanny&Alexander.
La giornata di studi – curata da Massimo Marino, coordinatore dell'incontro tenutosi presso i laboratori Dms – non si è svolta come una semplice conferenza relativa all'approfondimento del lavoro di Quadri ma è divenuto un album di ricordi dell'uomo di teatro.
L'atmosfera che si percepiva era colma di riverenza e rispetto, che hanno raggiunto l'apice durante la visione del filmato, Omaggio a Franco Quadri, creata dai suoi figli Jacopo e Lorenzo in occasione di una conferenza francese tenutasi l'anno scorso: una successione di fotografie e di spezzoni di incontri che hanno raccontato in meno di dieci minuti la passione che coinvolgeva quest'uomo, tanto anche da farlo spesso allontanare dalla famiglia –a tal proposito Lorenzo ha accennato a una mancanza del padre quando era più piccolo che non riusciva comprendere.
I successivi commenti hanno contribuito a definire meglio questa immagine di critico teatrante. Dai più tecnici come quello di Giuseppe Liotta, presidente dell'Associazione Nazionale Critici Italiani –alla quale Quadri non volle aderire come lo stesso ha ricordato –che dopo aver analizzato i suoi scritti definisce la sua tecnica compositiva teatro-linguaggio, fuori dai classici canoni stilistici dei critici. È seguito l'intervento della dottoranda Adele Cacciagrano che ha esposto il contributo del critico nella produzione della trasmissione radiofonica Il quadrato senza un lato, uno pseudo-carosello sonoro costituito da un montaggio surreale con senso ludico di squarci teatrali, un collage ironico di materiali. Invece Lorenzo Donati, tra i fondatori del gruppo critico Altre Velocità, ha ricordato il modo di lavorare di Quadri basato non solo sullo scrivere, ma anche sull'avere un rapporto con gli artisti e sul portare il discorso teatrale in un contesto culturale.


A questi commenti si sono alternati interventi più personali, che inquadravano più l'uomo, che l'intellettuale. Oliviero Ponte di Pino ha detto che "lavorare per Franco significava fare qualsiasi cosa [...] ha cambiato il modo di guardare al teatro"; tutto "doveva essere fatto per dare dignità allo spettacolo". Renata Molinari ricorda la sua calligrafia, elegante e un po' rotonda che "si modellava sulla pagina per essere vista e letta" ma anche il suo lavoro alPatalogo, nato perché “ricordare voleva dire ricreare” e questo diventava un nuovo modo di far storia del teatro. Per Romeo Castellucci, fondatore della Socìetas Raffaello Sanzio, eGianni Manzella, giornalista e saggista, Quadri era un uomo ironico: il primo afferma che viveva distaccato dal mondo e il solo stare assieme a lui ti formava e il secondo lo ringrazia per avergli insegnato ad amare lo scrivere, il fare riviste di teatro e il viaggiare negli spettacoli. Cristina Ventrucci, la quale ha lavorato con il critico presso la Ubulibri, ricorda il suo modo di prepararsi alla visione dello spettacolo, quello svuotamento che gli consentiva di predisporsi all'ascolto. Leonardo Mello– direttore di Venezia Musica – invece ricorda la sua grandissima generosità per chiunque e il suo andare oltre al limite, tentare sempre di essere perfetto senza mai riuscirci. Infine Armando Punzo – direttore artistico della Compagnia della Fortezzadi Volterra – in un turbinio di emozioni forti e di profonda tristezza lo ringrazia per essergli stato accanto e rivela che gli mancheranno le loro chiacchierate.
Memorie frammentarie di una vita spesa per il teatro, per scriverne, per promuoverlo e farlo vivere agli altri; il tutto raccontato con ricordi e aneddoti personali, tanto che a un semplice ascoltatore, sembrava di essere fuori posto, come se fosse capitato tra una vecchia compagnia di amici che si ricordano i bei tempi andati: si sentiva quasi il dovere di restare lì, non tanto per partecipare quanto per assistere e ascoltare, senza intervenire e muovendosi il minimo indispensabile oppure in punta di piedi, facendo dei commenti sussurrati perché Franco Quadri era lì e non lo si voleva disturbare, non lo si voleva perdere.


Franco Quadri, questo sconosciuto. O forse no? La parola agli studenti
di Rossella Menna

La giornata di studi dedicata al critico teatrale Franco Quadri, organizzata dal centro “La Soffitta”, ha visto studiosi, artisti, critici e specialisti del settore lanciarsi in una strepitosa maratona del ricordo da cui è emersa una figura a tutto tondo del critico, dell’uomo di teatro, dell’editore, del promotore culturale e dell’individuo. A riempire le poltrone dell’Auditorium dei laboratori Dms di via Azzo Gardino, però, non solo uomini e donne di teatro. A condividere entusiastici i ricordi su Quadri uno straordinario numero di studenti armati di carta penna e ipad pronti a catturare avidamente ogni più piccolo dettaglio su una figura e una storia che, oggi più di prima, fa scuola.
Ci aggiriamo dunque tra gli studenti cercando di scorgerne gli umori per capire quale sia l’immagine che hanno di Quadri e quali le ragioni che li spingono a seguire quattro lunghe ore di racconti. Ci troviamo così di fronte all’imbarazzo di chi ammette candido di aver conosciuto il critico solo grazie a questa iniziativa e l’entusiasmo di chi invece lo conosceva bene.
«Quadri è un nome assolutamente noto nel mondo della critica – racconta Luca, studente del Dams - Trovo molto interessante sapere cosa pensano gli operatori del teatro di questa importante figura del mondo teatrale italiano. Io, in verità, lo conosco solo di nome e penso che questa giornata costituisca un’ottima opportunità per approfondire questo interesse». Anche Iride e Rosita, studentesse della magistrale in Discipline dello spettacolo dal vivo confessano di non sapere molto del lavoro di Quadri. «Questo incontro –dicono - ci offre la possibilità di conoscere meglio l’attività di un uomo che per noi era poco più di un nome». Molti altri si uniscono a considerazioni di questo tipo, testimoniando la grande utilità di iniziative come questa all’interno di un contesto accademico che voglia fornire ai suoi studenti la possibilità di confrontarsi con temi e figure di elevata rilevanza professionale e di approfondire lo studio di nuove forme della scena contemporanea cui la didattica classica non può dare l’ampio respiro che meriterebbero. Qualcun altro, invece, dà prova di conoscenza approfondita del lavoro di Quadri e dei suoi scritti.
Tra una chiacchiera e l’altra ci imbattiamo in una studentessa speciale. È Alice, laureanda in Discipline dello spettacolo dal vivo, ma anche collaboratrice di Armando Punzo. Con voce commossa racconta: «Conoscevo Franco Quadri innanzitutto come promotore di una cultura teatrale specifica, legata in modo particolare al nuovo teatro. Come organizzatore del convegno di Ivrea per esempio. Era un grande sostenitore della compagnia della Fortezza e quindi ho avuto modo di incontrarlo a Volterra durante il festival. Fin dall’inizio Quadri ha sostenuto Punzo in maniera molto onesta, inserendo il lavoro della compagnia in un contesto professionale, di serie A, senza cedere alle facilonerie del teatro sociale». Alice ci regala poi un aneddoto che rivela tutto lo spessore umano e professionale del critico: «Nel 2010 eravamo al secondo studio di Hamlice, alla fase finale del lavoro quindi. Quadri venne e vide lo spettacolo in carcere; poi siccome aveva da fare andò via. L’ultimo giorno del festival però tornò per vedere quello stesso spettacolo in teatro. Non è da tutti prestare tanta attenzione al lavoro di un artista. Spero che da questa giornata di studi emerga tutta la straordinarietà del critico che è stato».
E noi ci auguriamo che sia stato così.


La cronaca Twitter del convegno
I dottori di ricerca del dipartimento Dms si preparano al convegno #Franco Quadri uomo di teatro patafisico.
Artisti si confronteranno domani su un critico teatrale che fomentava cultura
Franco Quadri editore, pedagogo, critico, scrittore timido, sostenitore di realtà teatrali, osservatore particolare. Domani al convegno.
#Franco Quadri uomo di teatro patafisico: la cronaca su Voci dalla Soffitta domani a partire dalle 14:30. Il programma:
http://t.co/EGxBACzP
Franco_Quadri a poche ore dalla giornata studio sull'uomo di teatro patafisico voci dalla soffitta si prepara a raccontare
Il capo si prepara....

Voci dalla soffitta a lavoro al convegno Franco Quadri uomo di teatro patafisico
La giornata è cominciata. Per Silvia Mei #Franco_Quadri è militante, politicamente scorretto, afasico. Ricordi dal convegno.
Un improvvisato Paolo Billi dice di #Franco_Quadri: sguardo crudele
Scorbutico, geniale, necessario: così De Marinis ricorda #Franco_Quadri
Il ricordo commosso di Armando Punzo
Inizia il pomeriggio di studi!!!! La parola Marco De Marinis che ricorda F. Q.: lui, con carisma, decideva quello che si poteva e quello che non si poteva fare. Ultimo suo intervento ai laboratori dms per la presentazione del libro su De Berardinis
Roberta Ferraresi, della giovane critica: con la morte di F.Q. si chiude un'era
Direttamente da Volterra Armando Punzo parla di #Franco_Quadri come un uomo sornione lungimirante
Matteo Casari denota #Franco_Quadri comw rigoroso con obiettivi chiari e condivisi
Gianni Manzella colloca #Franco_Quadri in un viaggio tra ironia e teatro
Intervengono i figli:inizia un video hommage a Franco Quadri girato a Parigi!
I figli di Franco Quadri: continuo a scoprire ancora la passione per il teatro di mio padre! Perdono tutti i momenti in cui non era presente nella nostra vita per questo
Cristina Ventrucci prende in mano un foglio e descrive #Franco_Quadri metà furia e metà grazia
Immagini di Franco Quadri con l'intervista di Lorenzo Donati. Tanta ironia e umanità
L'assenza di #Franco_Quadri è ancora bruciante. De Marinis non perde occasione per ricordarlo
dall'intervista di Lorenzo Donati: Franco Quadri un bambino come noi
Scorrono le immagini di F.Q. con Pina Bausch : due mostri del teatro morti da poco... voci del teatro del 900 che lasciano qualcosa di indelebile
"per ricordare e ricreare un grande periodo di teatro che grazie a loro continuerà" intervento di F. Q. dalla 32° edizione del Premio Ubu 2010
per chi volesse seguirci in diretta streaming
http://www.studio28.tv/
Lupinelli: #Franco_Quadri grande uomo di teatro.L' Italia teatrale gli deve essere riconoscente
Al tavolo, per la festa ricordo di #Franco_Quadri, Giuseppe Liotta presidente dell'associazione critici italiani apre gli interventi
Giuseppe Liotta: ci sono dei modi di vivere il teatro non da mestierante ma da artista, come ha fatto F. Q., che ti costringono a creare una corazza nei confronti del mondo esterno. E per Franco erano i critici del suo tempo che avevano una concezione diversa dalla sua di teatro. 
Giuseppe Liotta: F. Q. come costruttore di teatri, un signor critico che si è confrontato con tutte le modalità di espressione del teatro
Giuseppe Liotta: #Franco_Quadri non solo alfiere dell'avanguardia
Prof. Liotta: #Franco_Quadri costruttore di Teatro
F.Q. rifiuta di essere un critico all'italiana(Liotta)
Eternizzazione di #Franco_Quadri
Franco Quadri completamente dentro lo spettacolo
Giuseppe Liotta: #Franco_Quadri ha fatto critica fuori dal giornalismo critico
Qual è il sapere teatrale che bisogna usare nel momento in cui si guarda uno spettacolo e poi ne si deve scrivere
1960 comincia a scrivere per Sipario
già nel '60 interesse per teatro non nei confronti del teatro che va per la maggiore ma per un teatro da inventare da costruire
cultura di provenienza di tipo giornalistico
Tanti studenti curiosi, molti artisti attenti, studiosi appassionati,tutti ascoltano i ricordi sulla figura di #Franco_Quadri
Italo Moscati e Franco Quadri due estremi di fare critica
il black out per lo sbalzo di tensione non ferma il ricordo di Franco Quadri
Liotta: F.Q. mi ha insegnato che la cultura del critico teatrale non è un sapere che sta fuori il teatro, ma è tutto dentro lo spettacolo che hai visto. Più spettacoli vedi più il tuo sapere teatrale aumenta.
Come in una staffetta amici artisti studiosi si passano il testimone dei ricordi su #Franco_Quadri uomo di teatro patafisico
iniziano gli interventi: Giuseppe Liotta (docente del dams e presidente dell'ass critici italiani) e Adele Cacciagrano (studiosa di Dms).
F.Q.non volle mai aderire all'ANCT
Giuseppe Liotta: #Franco_Quadri mi ha insegnato che il sapere teatrale sta tutto dentro lo spettacolo
F.Q., mentre scrive, sta pensando ad un suo teatro, alla costruzione del suo teatro, il vero teatro.
recensioni compatte, senza debolezze.
permanere della storia dello spettacolo dal vivo attraverso la recensione
comincia il suo intervento Adele Cacciagrano
critica radiofonica e televisiva dal 1968
prima invenzione radiofonica di F.Q. per la Rai "quadrato senza un lato"
mai voce di fq ma si nota la sua mano nel montaggio e nella commissione dei pezzi
nucleo tematico: da quelli più accademici a quelli più innovativi
le musiche della trasmissione radiofonica appena ascoltata sottolineano gli aspetti tematici degli interventi
'63 prima inchiesta dedicata al teatro popolare e successivamente al teatro cabaret
Aumentano le presenze al convegno....
dal '65 le inchieste sul rapporto tra attori, sui teatri stabili e la loro funzione come servizio pubblico, sul lavoro della critica e sul rapporto scrittori e teatro
le inchieste di Quadri cambiano modo di indagare il teatro (Cacciagrano)
passaggio tra passato di F.Q. e futuro. abbandona delle inchieste e diventa più autorale. "Il palcoscenico in cantina" dal '79 in cui si raccolgono materiale sulle avanguardie delle cantine
dal '79 con le nuove inchieste F.Q. si ritaglia un suo spazio
continua a intervenire in radio e in tv fino agli anni '90
Adele Cacciagrano - Massimo Marino - Giuseppe Liotta... terminano i primi interventi!
interviene Oliviero Ponte di Pino: racconto il primo incontro con F.Q.
primo lavoro insieme in una trasmissione radiofonica che parlava di calcio
secondo lavoro: tenere in ordine l'archvio di Franco ( Oliviero Ponte Di Pino)
fase di stress nel momento in cui bisognava decifrare i pezzi di Franco scritti in carattere piccolo con trattopen dalla punta grossa
Oliviero Ponte Di Pino : ricordo degli inizi con Franco Quadri
F.Q. apre l'Edizioni Ubulibri con la consapevolezza di come funziona l'editoria e circondandosi di persone competenti.Quell'apertura all'epoca faceva parte di un progetto organico di grande cultura dello spettacolo
conoscere situazione dell'editoria per capire lavoro di Quadri: sono anni in cui nascono piccole case editrici con cui confrontarsi; necessari rapporti con case editrici internazionali dai quali nascono "i quaderni di Stanislavskij"
Franco era sempre in giro per il mondo a vedere spettacoli e quando tornava stravolgeva il lavoro fatto alla casa editrice in sua assenza
unico modo per imparare era andare da qualcuno che sapeva fare il mestiere
successo della Edizioni Ubulibri come progetto ha cambiato l'italia. Il Patalogo è stato uno strumento di tendenza che ha agito nel presente sempre pensando al futuro e costruendo allo stesso tempo la memoria passata. ha lasciato un'eredità importante.
contributo di Renata Molinari: l'informazione giornalistica è, per F.Q., il modo di impaginare l'informazione F.Q. inventava, nel senso etimologico, un trovare creativo. è nato ricco ed è morto povero
"O il Patalogo o la tua vita"
Una scrittura che mette la pagina sullo stesso piano del pensiero, il materiale parla e costringe a farti delle domande. Domande che oggi deve farsi chi vuole raccontare il teatro del presente, il vitale, i germi del teatro. Ricreare sulla pagina. una storia per immagini. Impaginare le visioni.
interviene Romeo Castellucci
addolorato di non essere presente al funerale di Franco e questo convegno occasione di salutare e rendere omaggio a Franco.
castellucci parla del primo incontro con Franco Quadri conosciuto grazie a Carmelo Bene e al Carrozzone
ricorda gli incontri pieni di domande con Quadri, momenti pieni di confronto al di là del giudizio bello o brutto
Castellucci: mi manca tantissimo Quadri
interviene Gianni Manzella
Manzella: il mio ricordo di Quadri implica racconti personali, ma è inevitabile. il riflesso di una persona può essere diversa a seconda di chi lo racconta
da parte di Franco continua sollecitazione, ma con gratificazione finale per il lavoro svolto
1978 uscita primo Patalogo e anno in cui Manzella comincia a scrivere
Manzella: uno degli spettacoli che ricordo meglio "winterreisen", solo che io questo spettacolo non l'ho mai visto, me lo ha fatto vedere Franco Quadri con una sua recensione.
interviene Luigi de Angelis che legge un messaggio
sempre in allerta ipersensibile sempre in attesa della scossa, come un sismografo, franco vive nel teatro da sempre almeno da quando aveva quindici anni. svogliando i suoi taccuini è come cavalcare un onda.
franco non può fare a meno di questa vibrazione, non può fare a meno del teatro. maestro di quella io chiamo cardiognosi, è una scienza sottile che gli permette di riconoscere il teatro e riportarlo con la sua scrittura, è l'occhio con cui guardare lo spettacolo e il cuore.
Franco si è fatto col tempo magnete e catalizzatore, da cui non si può prescindere. Amare la scossa e nutrirsi di essa significa non concedersi mai una pausa e tornare sempre ad essa.
non ha smesso un attimo di sporcarsi le mani: Franco geologo patafisico
parole e omaggio di Luigi de Angelis
Massimo Marino: figura del critico decentrata, decentrata anche l'esplosione del nuovo teatro. F.Q.: rifiuto del giudizio. Interrogare il futuro della scena
intervengo Cristina Ventrucci e Leonardo Mello: eravamo degli emeriti nessuno. F.Q. ci vide e ci chiamò. uomo impossibile ma dolcissimo, pedagogo sui generis, aveva un fascino dalla forza prepotente. Uomo umile, non voleva essere sufficiente a se stesso. Ascoltava tutti in silenzio.
Ventrucci legge lettera di F.Q.: parole di un uomo che aveva grande attenzione per i giovani, per la loro formazione. Andavano a teatro insieme. Ho condiviso con lui il lavoro del fare, la pratica. Fondamentale per lui l'esperienza diretta, la testimonianza. Viveva come un attore, in funzione dello spettacolo
ricordo di Mello: alla ricerca del Patalogo del 1984, necessario a Quadri per la scrittura di un articolo. Trovato, faxato tutto a Quadri, F.Q. termina l'articolo. Q. insegna a dare il massimo per arrivare ad ottenere qualsiasi cosa, non accettava sentire "non sono capace". Avere il più possibile il controllo su tutto era una sua grande caratteristica
Ultimi interventi: Lorenzo Donati e Armando Punzo.
Donati, critica post-giovane: ho incrociato Q. molte volte, senza la possibilità di approfondire il lavoro insieme. Come ci si avvicina ad una figura come F.Q.? Con un misto di ammirazione e invidia
Donati: uno delle ultime leve dei votanti Ubu.
2 snodi del percorso di F.Q. da cui la critica giovane deve ripartire, tenendo conto delle cose migliori del passato: 1. scrivere non basta e 2. il tentativo continuo di elevarsi al di sopra delle superfici, oltre lo spettacolo, proponendo chiavi di lettura. La critica che fornisce chiavi di lettura: siamo sommersi da opinionismi dilaganti, la critica deve essere portatrice di una sua visione, che va oltre il mondo chiuso del teatro, oltre lo spettacolo. allora la questione del giudizio si inserisce nella chiave di lettura, andando oltre la semplice opinione
dare valore positivo alla parola critica: guardare tutto dall'alto, proponendo chiavi di lettura su cui poter discutere. Oggi la critica deve fare questo.
Altre Velocità è un gruppo di osservatori e critici delle arti sceniche, impegnato a favorire un tessuto di relazioni fra le arti e la società contemporanee, guardando al teatro e alla danza di ricerca, agli artisti emergenti e al contesto internazionale.
Podcast on line della puntata sull'attore di Radio Zolfo (Ravenna) di Altrevelocità
http://www.altrevelocita.it/audiogallery-15.html
Chi è il critico oggi? Non si è critici perchè si divulga informazione. Scrivere non basta: inventarsi nuovi modi di stare nel teatro. Impegnarsi ad essere critici per recuperare la funzione critica che intendeva F.Q.. Far entrare la critica anche in altri luoghi (non teatrali).
interviene Armando Punzo
Armando Punzo: il mio Io sta male perchè si rifiuta di accettare la morte

il Franco geografo è la cosa che mi ha colpito di più. Uno che è stato attraversato da un'idea come tanti di noi, quanto in un uomo questa idea si possa realizzare. un uomo che si fa portatore di un'idea e altri poi la porteranno avanti.
Punzo: l'ironia e lo sguardo e il sorriso di Franco sono sempre stati dei compagni per me
l'ultimo incontro con Quadri si è basato sul capire il mio teatro, le scene e quello che avevo messo in scena. Rovinare più possibile la vita di alcuni: così si spiega il bianco di Hamlice
Armando Punzo: per lui sono sempre stato lo scultore che si è dato al teatro. nei momenti bui sapevo che almeno uno era con me.
Torna a parlare Adele Cacciagrano, dottoranda, sul recupero dei materiali radiofonici e televisivi di F.Q. di difficile reperibilità
appello a chi dovrà lavorare su questi materiali per un recupero totale di questa immensa eredità
Massimo Marino chiede cosa ne sarà del repertorio e l'archivio che Franco ha lasciato. E' un'eredità imperdibile
con un bellissimo primo piano di Franco Quadri si è conclusa la conferenza dedicato al suo ricordo

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