Due passi sono, per balzare fuori dalla scatoletta in cui vivono Pé e Crì. Due passi per uscire da un microcosmo in cui la natura non è che un fiore finto, in cui non si vedono le stelle, in cui abbracciarsi non si può perché non è igienico e accarezzarsi diventa un’operazione che necessita di guanti sterili, in cui per sposarsi non si deve andare in chiesa ma in banca. Ma se è vero che dai diamanti non nasce nulla, e che non si può apprezzare un mare che si muove se non lo si è visto prima da lontano piatto e privo di vita, allora il carillon che imprigiona i due piccoli amanti è una soglia, un’anticamera della vita vera in cui è possibile immaginare lunghe braccia che conducano fuori mani libere di toccare e in cui si sogna un figlio e un cane.
Due
passi sono per “sognare davvero”, per infilarsi scarpe riposte da tempo e
attraversare la soglia della felicità, per tirare fuori da un cuscino un velo bianco
e un abito da sposa e scambiarsi inedite promesse d’amore al gusto di poesia.
Uno
spettacolo delicatamente ironico. Minuto e perfetto come una bambola di
porcellana dal viso levigato. La coppia Carullo-Minasi
racconta la rivincita di chi, pur avendo visto la morte, si è tuffato nella
vita. Una vera rarità nel teatro del pessimismo. Meritatissimo dunque il
“Premio Scenario per Ustica 2011” che si sono aggiudicati i due artisti
messinesi.
Nessun commento:
Posta un commento