martedì 20 marzo 2012

Le voci molecolari del “Madrigale appena narrabile”

l'idea di un cenacolo intimo e segreto l'atmosfera ricreata da quel mucchio di corpi. Sono seduti, tutti stretti, su un palchetto rialzato ingombro di aste di microfoni. Alcuni, di faccia al pubblico, siedono più in alto, mentre altri, di spalle o di lato, sono più in basso. Sembra che si trovino immersi nella natura primitiva di un monte arido e roccioso, pieno di sabbia. Alla destra del palchetto, nascosta dal violoncello, c'è Chiara Guidi. Le sue mani volano nell'aria, anticipando i disegni sonori che escono dal centro di quel mucchio di sedici voci, per poi rientrarvi. Anche la luce, proveniente da lampade che, accendendosi e spegnendosi una a una, segnano l'inizio e la fine del concerto vocale, sembra prigioniera di quel centro. È un perimetro, un luogo di sacralità primitiva, uno spazio di genesi dentro cui nasce la materia sonora partorita dai movimenti di mani e testa dell'artista cesenate. Lei ne è la madre, la creatrice, l'orchestratrice: muove quella materia nello spazio, la alza, la riporta verso il basso, la modella secondo un ordine ben preciso.

Zampillando, raschiando nell'aria, comprimendo e dilatando i vuoti, perdendosi nella linearità dell'eco, quei suoni vocali stimolano l'ascoltatore alla creazione di brevi partiture di immagini. Sono suggestioni intime, emozioni a cui diamo forme dai contorni sfocati e contenuti inafferrabili in quell'istante, come se raffiorassero da una coscienza primitiva, immaginifica, infantile. È un teatro dell'ascolto, che ci fa guardare attraverso le orecchie.

Sono immagini che ci si raccontano, dalla staticità che sa narrare, come quelle dei libri di fiabe.

Accompagnata dal suono suadente del violoncellole musiche sono scritte dall'inseparabile compagno di lavoro della Socìetas, il compositore americano Scott Gibbons - è la voce a far tutto ciò. O meglio, la sua materia. La sua organicità.

La voce diventa uno strumento musicale. Essa non tende alla creazione della parola e quindi alla formulazione di un concetto. Libera da qualsiasi meccanismo di significazione e di volontà di comunicazione diretta, si presenta come materia incontaminata e, per questo, delicata e fragile. È fatta di timbro, di tono e d'altezza e modulando questi caratteri si veste di sempre nuovi colori, può prendere diverse direzioni, risveglia stimoli inconsci che ci riportano alla primordialità dell'emozione, quella che nasce dallo stomaco.

Scrive Chiara Guidi:La musica è l'arte dell'immaginazione par excellence. È l'arte che travalica tutte le frontiere, scevra dai limiti imposti dalle parole, capace istantaneamente di toccare le corde intime dell'esistenza umana. Il suono è la sua ossessione. Qualsiasi oggetto è in grado di parlare attraverso i suoni che produce. La voce diventa creatrice di forme concrete in cui non ci si può nascondere. Diventa lo specchio del nostro animo, il più limpido e ciò la rende incapace di mentire.

Da sempre Chiara Guidi, co-fondatrice della Socìetas Raffaello Sanzio, lavora sulla voce e sulle sue innumerevoli possibilità di essere, frazionandola in piccolissime molecole come se fosse vista attraverso il microscopio. Riesce, così, a imitare qualsiasi suono. Come lei stessa ha spesso affermato, dimentica volti ma non dimentica mai una voce.

Da anni conduce laboratori e lavora con i bambini, gli unici in grado di separare la voce dal significato di cui questa si carica producendo parole.

Madrigale appena narrabile è il risultato di un corso tenuto nel 2007 presso l'ERT Fondazione di Modena dal titolo Il verso, il suono articolato, la voce.  Lo spettacolo-concerto è stato poi ripreso in un laboratorio tenuto al Teatro Franco Parenti di Milano e, ultimamente, a Pistoia, presso il Centro CulturaleIl Funaro”. Continuando a vivere attraverso voci di persone diverse, il madrigale di Chiara Guidi ha la pretesa di essere musica e di adottarne la sua più dinamica peculiarità: la variazione interna di una nota che, pur essendo sempre uguale, cambia a seconda della mano che la suona. Invertendo il concetto monteverdiano del recitar cantando, le voci condotte da Chiara Guidi istigano alla meraviglia dell'ascolto, in grado di stimolare capacità infantili di invenzione e creazione di immagini e di farci provare sensazioni ed emozioni sincere.

Questa è la grande capacità della voce e di questo madrigale appena appena narrato.



Carolina Ciccarelli

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