Quella che sembrava dovesse essere una semplice presentazione si è trasformata in un racconto del viaggio di Pietro in Africa.
Ma la sua non era una semplice narrazione: nelle sue parole c’era l’emozione dei ricordi, delle sensazioni provate, nei suoi occhi la volontà di chi ha ancora sete di sapere, di scoprire.
Ha
cominciato a raccontare e mentre parlava la folla, già numerosa inizialmente,
continuava ad aumentare. Sempre più gente cercava un posto a sedere o si stringeva
sulle scale che portano al piano superiore della libreria.
Abbiamo
viaggiato con la mente, immaginando anche noi il Caffè Hafa di Tangeri, con i
suoi muri a strapiombo sull’oceano, Casablanca, il deserto del Sahara e le sue
dune di sabbia. Abbiamo sentito le dita di Issam suonare e intonare una canzone
marocchina con la sua chitarra, abbiamo sofferto per Said, e per la sua
necessità di abbandonare gli studi.
Abbiamo
visto le foto di Pietro e il Gabbo (suo compagno di viaggio, anche lui presente
ieri sulla scena per farci vedere foto e ascoltare le musiche che hanno
accompagnato il loro percorso), a bordo
del Lando, il loro mezzo di trasporto, non proprio una jeep ultimo modello, ma
che è riuscito a resistere alle strade sterrate, ai vandalismi e alle dune del
Sahara.
Chiudendo
gli occhi potevamo sentire l’afa, ma anche il freddo delle notti del deserto e
la paura di rimanere a piedi, senza benzina, soli in una terra sconosciuta.Il racconto di ieri è terminato in un oasi del deserto del Sahara, in viaggio verso il Senegal.
Ma il viaggio non è finito. Abbiamo ancora tante cose da imparare, da scoprire.
Pietro ha detto: “Il resto del viaggio lo scoprirete nella prossima puntata”.
Ma credo che nessuno di noi avesse voglia di aspettare: a fine presentazione la maggior parte delle persone sono corse a comprare una copia del libro. Com’è continuato il viaggio in Senegal? E Said, Issam, dove sono adesso? E i laboratori in Senegal, le esperienze con Mandiaye N’Diaye, quante altre cose ti hanno fatto scoprire? Queste sono solo alcune delle numerose domande che mi sono posta dopo aver sentito questa narrazione.
Cercherò
di darmi una risposta leggendo questo libro, ma spero davvero che Pietro
Floridia possa regalarci presto il seguito di questa storia, facendoci
nuovamente sognare con un altro racconto di questo suo lungo viaggio alla
scoperta delle immense terre africane.
Giulia
Mento
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