Il sipario non ha ancora svelato la sorpresa della
scenografia magistralmente illuminata che già il ritmo cadenzato del sirtaki fa
capolino nelle orecchie del pubblico del Teatro Duse. Quasi suggerisce: benvenuti a
Creta, isola di amori, fatiche e lealtà.
Zorba, interpretato dall’aitante quanto portentoso Balázs
Pátkai, e i suoi compagni guidano gli occhi ammaliati degli spettatori in un
itinerario avvincente, senza celare alcun frangente della propria indole
sanguigna e fedifraga.
Il gruppo delle donne, tecnicamente eccelso ma fin troppo
inespressivo, anima il palcoscenico di un’altra danza, originaria di una terra
non troppo distante dall’isola persa nel grande Mediterraneo: la pizzica-pizzica
delle tarantolate salentine. Non tutte le interpreti femminili, però,
personificano il folklore ellenico: Barbara Ströck, nei panni della futura
moglie di Zorba, quasi sfiora il pavimento con le scarpette da punta,
miscelando l’eterea bellezza di un piccolo fiore campestre agitato dalla brezza
di primavera all’arguta gelosia di una donna assai cosciente d’avere accanto un
farfallone.
E quale migliore occasione se non una festa per confermare
questi sospetti!
I popolani, avvolti da lunghi mantelli di scintillante
laminato bronzeo, inneggiano alla goliardia, ignorando un tenero amore appena
sbocciato tra gli effluvi di cotanta voluttà: un giovane scrittore inglese,
approdato a Creta e subito entrato nelle grazie di Zorba, s’innamora di una
giovane autoctona, a sua volta desiderata ardentemente da un altro uomo.
L’intramontabile trio amoroso, protagonista d’innumerevoli
storie e leggende, culminerà nella follia più disperata, rischiarata da un
fascio di luce verde che gradatamente si disperde nelle tenebre di una morte
suicida. La deflagrazione di dolore penetra nel profondo di ogni cuore e non
rimane che un dito minaccioso a palesare il volere di tutta la popolazione:
vendetta. La furia assassina, cieca e inarrestabile, si avventa sull’esile
malcapitata e per qualche attimo lo spigoloso paesaggio cretese si fa simulacro
delle disgrazie di Malena e Roxanne, vividamente bollate nella memoria
attraverso la pellicola cinematografica.
Ma la Morte
non ha ancora completamente assolto i suoi oneri: a Zorba non sarà concessa la
felicità di avere una sposa al suo fianco, ma solo un triste ricordo
intrecciato nelle candide fila del velo nuziale. Il Destino sembra ormai aver
compiuto il suo scacco matto sul povero mercante, ma l’alba di un nuovo giorno
fortifica la Speranza
in un futuro migliore, per il quale i popolani gioiscono danzando il più
celebre sirtaki della propria tradizione.
Visto al Teatro Duse di Bologna
Mercoledì 11 dicembre 2013
Marco Argentina
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