giovedì 26 aprile 2012

Diario di bordo di una compagnia: osservando il Magnifico Teatrino Errante

Verso il debutto dello spettacolo “Anche l’occhio vuole”
Come un pinguino a primavera: Il Magnifico Teatrino Errante rompe gli schemi per stravolgere la quotidianeità.
di Angela Sciavilla
foto di Valeria Di Sciullo

GIORNO PRIMO

Miao! Bzz... zzzz... Ciaf! Psss... Ciaf! Eh eh eh... Ciuuf!
Cosa ci fa un pinguino a primavera in un catafalco di gente viva, una processione di infedeli in un orchestra di schiocchi, un scarpa volante e un bersaglio mancato?
La primavera guarda stupefatta il Magnifico Teatrino Errante a lavoro dal 2008: una compagnia teatrale composta da attori disabili e non, che si impossessa della voglia di “errare” i giorni della part tot bolognese dello scorso anno, senza più fermarsi.


Un nuovo “work in progress” per una nuova produzione: Anche l'occhio vuole è il quarto spettacolo della giovane compagnia, dopo Laterra libera tutti (2008), Il ritmo della Terra (2009) e Senza vento (2010).

Una decina di ragazzi, ognuno con una propria realtà. Di giorno si cimentano con lavori manuali in qualche cooperativa del posto. E un pomeriggio a settimana le porte del teatro si aprono.

Valeria Nasci, regista della compagnia, Mariagrazia Bazzicalupo e gli attori non disabili, che svolgono un ruolo fondamentale nel gruppo, conducono l'infaticabile ciurma sull'isola che non c'è. Un viaggio in un posto lontano, dove la diversità non è data da un assetto genetico impazzito o da un incidente di percorso.
Si mette in scena la loro creatività, attinta dall'esperienza, con un pizzico di brio.

“Noi non siamo i loro assistenti sociali, né dei volontari che li accudiscano. Pietà e pena qui non esistono. Sono qui per fare teatro”- tiene a precisare la regista. Valeria Nasci adopera il suo sguardo artistico per parlare inevitabilmente delle differenti abilità e evidenziare che non sono più interessanti le une o le altre.
Chiuse le tende della sala messa a diposizione dall'Associazione Oltre, nel Quartiere San Donato.
La magia ha inizio!
È un lavoro di squadra e di intesa quello dei Magnifici Erranti. Si cercano, si respingono, si rincorrono.

Un laboratorio a forma di abbraccio che rafforza le debolezze, disintegra le incertezze.
In cerchio invocano solidarietà e solidità. Valeria e Maria Grazia stuzzicano la loro fantasia con gorgheggi, sussulti di voci, singhiozzi, suoni gutturali, nasali.
E poi corsette, improvvisazioni, training, contatto di corpi e la danza coi piedi scalzi!

Come sono i piedi? Profumati!
Imparano a fidarsi l'un l'altro, a fidarsi di loro stessi. A stare in scena.
La timidezza pian piano si fa da parte; lascia spazio alla persona che diventa personaggio.

Il buio nasce nel 1929. É entrato in me nel 1976. Sai che hanno è? L'anno della mia venuta al mondo. I medici erano convinti che non avrei mai camminato, né suonato. Io invece cammino e suono.
Un copione attinto, in parte, dal vissuto dei ragazzi, il resto è scritto dalle insegnanti.
La musica accompagna il duro lavoro, dà carica!
E poi un urlo, all'unisono. Più forte della discriminazione, più forte della paura di sbagliare.
Più forte dei forti.
Lei (Valeria) è la luce e ci ha riportato al mondo – recita Marcello.
E poi l'annuncio dei ruoli. Mercoledì prossimo il copione. Cosa sarà?


GIORNO SECONDO

In alto mareee,
per poi lasciarsi andareee
liberi
LIBERI!
Riprendono i lavori dei Magnifici, sulle note della cantante Donatella Rettore. Rincontrarsi una settimana dopo nel Luogo del sogno é sempre una gran festa! Il Magnifico Teatrino Errante si rimbocca le maniche.
Piedi saldamente ancorati alle nuvole, allacciate le cinture di sicurezza...
Partenza... via!
CLAP. PAUSA. PAUSA. CLAP. CLAP. CLAP. PAUSA.

A suon di percussioni scrollano da dosso l'emarginazione sociale. Vanno in scena l'integrazione e le differenze di ognuno di loro, disabili e non.

Si dice che la fotografia intrappoli l'istante; la scrittura catturi l'evento nel ricordo. Solo il vissuto, peró, rende giustizia all'energia contagiosa del gruppo. Energia ruggente. Eruzione di vita; è un mercoledí di marzo. Il sole splende e il Centro Zonarelli di Bologna con i Magnifici non è solo un centro interculturale. Eh no!

Oggi siamo stati in una foresta di fiati. Tra fusa e gracchiati, cori ululati, spifferi di voci intermittenti. C'erano ballerini di hip-hop. Forse erano pirati coraggiosi.


I ragazzi abbandonano la realtà per costruirne un'altra, parallela e invisibile agli occhi.

-Siamo arrivati a Itaca!

-Itaca non c'é.

-Non sarà la maga Circe a ingannarci. Vogliamo coccole.

-Dacci carezze, dolcezza. Fragole.

Risate.

-Ride bene chi ride ultimo, se non ci fosse Mazzini a fare l'Italia...

Coi Magnifici non serve cappello e scalpello per costruire l'Italia.

Le insegnanti Valeria Nasci e Mariagrazia Bazzicalupo li accompagnano in un mondo senza barriere, accarezzano la loro fantasia per infondere coraggio.

-Dove eravamo finiti?- chiede Valeria.

-In un pianeta africano. In una giungla marina. In un libro della giungla. Si ballava e ascoltavamo musica- rispondono - Eravamo con la Fantasia. Alcuni dormivano, altri coccolavano.  Io coccolavo. Eravamo in una giostra senza giostra.

Cercavamo Afrodite la dea dell'amore, che ride! Ride!

E noi eravamo su un altro pianeta, e vedevamo tutto da lassú.

E'un teatro povero quello dei Magnifici. Come quello di Grotowki.

Eliminiamo gradualmente tutto ciò che è superfluo, scopriamo che il teatro può esistere senza trucco, costumi e scenografie appositi, senza uno spazio scenico separato (il palcoscenico), senza gli effetti di luce e suono. Non può esistere senza la relazione con lo spettatore in una comunione percettiva, diretta. Questa è un'antica verità, ovviamente.

Cosi scrive il regista teatrale polacco nel 1970.

E così il Magnifico Teatrino Errante lavora oggi. Potenzian l'espressività dell'attore, unicamente con l'esperienza viscerale col pubblico. L'importante é cosa l'attore puó comunicare col corpo e la sua voce, senza scenografie sforzose. Gli allestimenti non sono trascurati, ma fungono da complemento alla già esistente eccellenza degli attori.

Vedranno uno spettacolo senza scena... recitano i ragazzi nello spettacolo Anche l'occhio vuole. La nuova produzione del Magnifico Teatrino Errante per la rassegna "Diverse abilità in scena" che debutterà il 30 aprile al Teatro Dehon.

GIORNO TERZO

Un’instancabile corsa del tempo. Porta via ore e giorni. E il tempo stringe. Il giorno dello spettacolo è sempre più vicino.Qualche altro giorno di prove e si va in scena.

Lunedì 30 aprile 2012 alle 21 il Magnifico debutto.

Dove?

In via Libia 59, al Teatro Dehon di Bologna.

Ma come “Chi va in scena”??

Il Magnifico Teatrino Errante!

Lo spettacolo Anche l'occhio vuole è tratto da Non sono stata Anna, terzo classificato al Premio Drammaturgia e Disabilità 2011, di A. Frascari e V. Nasci.  É l'urlo schietto e frizzante dei Magnifici che vogliono essere, più che guardati, ammirati nelle loro diversità. In mostra abilità e disabilità di un gruppo compatto che è gioia, sorpresa, ansia nello stesso tempo.

Da qualche giorno è l'Aice - Associazione Italiana Contro l'Epilessia Emilia Romagna a ospitare il lavoro dei Magnifici. Un ambiente confortevole, ben attrezzato di servizi sanitari e luminoso.

Sono in un angolino della sala, seduta sul parquet. Da qui si respira meglio l'energia contagiosa del gruppo.

Scavare, curiosare, oltrepassare per poi rientrare  nei bordi di una cornice fotografica. Scattata dalle note di un organetto, dal vivo. Note lunghe e rarefatte. Fluttuano come satelliti i Magnifici, divertiti dal ritmo esilarante dello strumento musicale. Nei momenti di pausa la sala sembra una piazza di  donne e uomini in festa: bolle che danzano in una quadriglia di applausi. La musica sembra riempire i vuoti della scena, scacciare le inibizioni degli attori e impastare gli umori.

Gli occhi sono testimoni più precisi della scena?
I limiti sono negli occhi di chi guarda
Dillo alla gente se è pericoloso essere felici
A volte a occhi aperti si fanno sogni...

Le scene si provano uno, due, tre, quattro volte. I Magnifici prendono confidenze col testo, le azioni, gli attacchi. Manca solo il filo rosso che amalgami tutto. Ma il tempo incalza. La paura di non essere pronti, di sbagliare c'è.
Mancano solo due giorni di prove intensive, e poi il debutto. C'è tensione, addolcita dall'allegria travolgente della regista Valeria. Ha portato del cioccolato per tutti! Migliora gli umori evidentemente!
Credo nelle loro capacità. Credo nel lavoro della regista. Credo nella magia del pubblico.
Sazia di co'tanto brio, credo che non si possa rinunciare a vedere lo spettacolo. Stupiranno anche voi!

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