martedì 29 gennaio 2013

Tre premi UBU per un solo spettacolo: L'Origine del mondo. Ritratto di un interno


Ricetta del buon spettatore:
prendete tre tre premi UBU, affidateli a tre magnifiche donne; amalgamate originalità, ambizione e maestria; aggiungete un pizzico di sorpresa; pazientate altri tre giorni e lo spettacolo sarà pronto!
Daria Deflorian, Federica Santoro e Daniela Piperno calcano il palco del Teatro Rasi di Ravenna per portare in scena L'origine del mondo. Ritratto di un interno, sabato 2 febbraio ore 20.30.
La regista anticipa che la linea traccia iniziale è una crisi individuale che travolge un gruppo familiare, nella fattispecie la crisi di una madre Daria, che fagocita la figlia Federica. Crisi dovuta ad una depressione che si installa, e rende obbligatoria l’esplorazione psicanalitica ma anche drammaturgica-diciamo gestaltica- di dinamiche affettive e familiari.
Si indaga la coscienza di una Madre, quello che lei ne sa, di tutto quello che in fondo lei significa e a cui appartiene; si esplorano gli stati d’animo mortificati di una Figlia adultizzata, la sua assenza di modelli, la sua tenacia; tratteggia l’indifferenza, la rabbia e l'impotenza di tutti gli altri, quelli che si ritrovano a gestire una persona depressa, senza sapere come. Intanto, diversamente, ma certo si vive.

In occasione dell’unica data in Emilia Romagna, e in assegna di treni notturni per raggiungere Ravenna, è stato organizzato un autobus da Bologna.
PREZZO SPECIALE 18€ (autobus + biglietto spettacolo) durante gli intervalli verrà offerto un buffet.
Partenza dalla stazione degli autobus di Bologna sabato 2 febbraio alle ore 18.45. 
La prenotazione
è obbligatoria e va effettuata entro mercoledì 30 gennaio.
Informazioni e prenotazioni tel. 333 7605760 / 0544 36239
organizzazione@ravennateatro.com
Angela Sciavilla
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Ravenna Teatro / Teatro delle Albe 
Teatro Rasi
sabato 2 febbraio ore 20.30
Lucia Calamaro
LOrigine del mondo, ritratto di un interno
spettacolo in tre atti
 

scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Daria Deflorian, Federica Santoro, Daniela Piperno
disegno luci di Gianni Staropoli
realizzazione scenica di Marina Haas
aiuto regia Francesca Blancato
produzione 369gradi

Premi Ubu 2012 come "nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica";
a Daria Deflorian come "miglior attrice";
a Federica Santoro come "miglior attrice non protagonista"

Lucia Calamaro torna al Rasi con Lorigine del mondo, ritratto di un interno, una commedia umana al femminile in tre quadri, tre elettrodomestici e tre voci. Un viaggio dentro la solitudine umana composto di gesti, immagini e parole su uno sfondo bianco come un luogo dell’inconscio. Tre episodi, ognuno un elemento della vita quotidiana di una casa enorme, vuota, in cui coesistono tre età della stessa donna, o tre donne in successione di una stessa famiglia, poco importa: c’è l’universo donna in scena, questo conta. Tre attrici sapienti, guidate da una regista drammaturga tra le più interessanti del panorama italiano, ci proporranno l’edizione integrale dello spettacolo. 

durata 3h con 2 intervalli
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Note di regia

Di fronte al tempo, alle crisi alle mutazioni esistenziali
Magari sotto pressione, impotente, spesso isolato
Comunque inadeguato al rapporto ma lo stesso presente.
Decisamente depresso e si vede, uno fa fatica però vive, trova strategie, si inventa.
Si tratta di reagire.
O al meglio: adattarsi.
Come si sta di fronte alle cose, quando peggio del rapporto con Uno, c’è solo il rapporto con gli Altri?
Lo sappiamo? Lo possiamo sapere? Esiste un IO generico guida?
Non so. Non mi pare. Da qui non mi azzardo alla teoria.
Passiamo allora allo studio di un caso.
Daria non esce più. Da qui, dalla tana, constata che lei di umano ne conosce veramente solo uno, convivono nello stesso corpo, e a volte si distrae anche da lui. Se lo perde, non lo capisce.
Questa relazione fluttuante e disattenta spesso fa si che si ritrovi a non essere contemporanea neanche di se stessa.
Un convivente, anche lui suo malgrado familiarizzato con l’umano di Daria, visto che ne dipende affettivamente, la richiama a lei e al tempo: la Figlia.
È lei che mantiene il mondo. Lei, Federica, è il suo Atlante domestico.
Tanto che a volte uno si chiede chi ha messo al mondo chi, in questa faccenda.
Nella casa in cui si muove con sua figlia, temporaneamente rinchiuse in cerca di un senso ritrovato, appaiono figure della soglia, abitanti del dentro-fuori, che irrompono e agiscono. Figure queste, tutte animate dalla stessa volontà: tirarla fuori. Si avvicendano su scena strappandole alla loro intimità duettistica l’analista, sua madre, la cameriera, suo marito. Gente che sta più fuori che dentro, ma a volte anche troppo dentro o troppo fuori.
Insomma, ma che ne sanno loro della fatica necessaria a snodare gli intrecci traumatici nascosti nelle geometrie del profondo? Eppure.
L.C.

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