Ricetta del buon spettatore:
prendete tre
tre premi UBU, affidateli a tre magnifiche donne; amalgamate originalità,
ambizione e maestria; aggiungete un pizzico di sorpresa; pazientate altri tre
giorni e lo spettacolo sarà pronto!
Daria Deflorian,
Federica Santoro e Daniela Piperno calcano il palco del Teatro Rasi di Ravenna per portare in
scena L'origine
del mondo. Ritratto di un interno, sabato
2 febbraio ore 20.30.
La regista
anticipa che la linea traccia iniziale è una crisi individuale che travolge un
gruppo familiare, nella fattispecie la crisi di una madre Daria, che fagocita
la figlia Federica. Crisi dovuta ad una depressione che si installa, e rende
obbligatoria l’esplorazione psicanalitica ma anche drammaturgica-diciamo
gestaltica- di dinamiche affettive e familiari.
Si indaga la
coscienza di una Madre, quello che lei ne sa, di tutto quello che in fondo lei
significa e a cui appartiene; si esplorano gli stati
d’animo mortificati di una Figlia adultizzata, la sua assenza di modelli, la
sua tenacia; tratteggia l’indifferenza, la rabbia e l'impotenza di tutti gli
altri, quelli che si ritrovano a gestire una persona depressa, senza sapere
come. Intanto, diversamente, ma certo si vive.
In occasione dell’unica data in
Emilia Romagna, e in assegna di treni notturni per raggiungere Ravenna, è stato
organizzato un autobus da Bologna.
PREZZO SPECIALE 18€
(autobus + biglietto spettacolo) durante gli intervalli verrà offerto un buffet.
Partenza dalla stazione degli autobus di Bologna sabato
2 febbraio alle ore 18.45.
La prenotazione è obbligatoria e va effettuata entro mercoledì 30 gennaio.
La prenotazione è obbligatoria e va effettuata entro mercoledì 30 gennaio.
Informazioni e prenotazioni
tel. 333 7605760 / 0544 36239
organizzazione@ravennateatro.com
organizzazione@ravennateatro.com
Angela Sciavilla
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Ravenna Teatro / Teatro delle Albe
Teatro Rasi |
sabato 2 febbraio ore 20.30
Lucia Calamaro L’Origine del mondo, ritratto di un interno spettacolo in tre atti
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Daria Deflorian, Federica Santoro, Daniela Piperno disegno luci di Gianni Staropoli realizzazione scenica di Marina Haas aiuto regia Francesca Blancato produzione 369gradi
Premi Ubu 2012 come "nuovo testo italiano o ricerca
drammaturgica";
a Daria Deflorian come "miglior attrice"; a Federica Santoro come "miglior attrice non protagonista"
Lucia Calamaro torna al Rasi con L’origine
del mondo,
ritratto di un interno, una commedia umana al femminile in tre quadri, tre
elettrodomestici e tre voci. Un viaggio dentro la solitudine umana composto
di gesti, immagini e parole su uno sfondo bianco come un luogo dell’inconscio.
Tre episodi, ognuno un elemento della vita quotidiana di una casa enorme,
vuota, in cui coesistono tre età della stessa donna, o tre
donne in successione di una stessa famiglia, poco importa: c’è l’universo
donna in scena, questo conta. Tre attrici sapienti, guidate da una regista
drammaturga tra le più interessanti del panorama italiano, ci proporranno
l’edizione
integrale dello spettacolo.
durata 3h con 2 intervalli
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Note di regia
Di
fronte al tempo, alle crisi alle mutazioni esistenziali
Magari
sotto pressione, impotente, spesso isolato
Comunque
inadeguato al rapporto ma lo stesso presente.
Decisamente
depresso e si vede, uno fa fatica però vive, trova strategie, si inventa.
Si
tratta di reagire.
O
al meglio: adattarsi.
Come
si sta di fronte alle cose, quando peggio del rapporto con Uno, c’è solo il
rapporto con gli Altri?
Lo
sappiamo? Lo possiamo sapere? Esiste un IO generico guida?
Non
so. Non mi pare. Da qui non mi azzardo alla teoria.
Passiamo
allora allo studio di un caso.
Daria
non esce più. Da qui, dalla tana, constata che lei di umano ne conosce
veramente solo uno, convivono nello stesso corpo, e a volte si distrae anche da
lui. Se lo perde, non lo capisce.
Questa
relazione fluttuante e disattenta spesso fa si che si ritrovi a non essere
contemporanea neanche di se stessa.
Un
convivente, anche lui suo malgrado familiarizzato con l’umano di Daria, visto
che ne dipende affettivamente, la richiama a lei e al tempo: la Figlia.
È
lei che mantiene il mondo. Lei, Federica, è il suo Atlante domestico.
Tanto
che a volte uno si chiede chi ha messo al mondo chi, in questa faccenda.
Nella
casa in cui si muove con sua figlia, temporaneamente rinchiuse in cerca di un
senso ritrovato, appaiono figure della soglia, abitanti del dentro-fuori, che
irrompono e agiscono. Figure queste, tutte animate dalla stessa volontà:
tirarla fuori. Si avvicendano su scena strappandole alla loro intimità
duettistica l’analista, sua madre, la cameriera, suo marito. Gente che sta più
fuori che dentro, ma a volte anche troppo dentro o troppo fuori.
Insomma,
ma che ne sanno loro della fatica necessaria a snodare gli intrecci traumatici
nascosti nelle geometrie del profondo? Eppure.
L.C.
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