Capello argentato e barba folta, braghe lunghe e camicia dalle maniche arrotolate. Un connubio surreale tra Mastro Geppetto e l’Eroe dei due mondi. Affabili mani di artigiano tratteggiano i lineamenti della storia d'Italia sulla sagoma di Giuseppe Garibaldi, dipinto su tela nella scena iniziale.
Drappi di velluto rosso incorniciano un modo di raccontare che affonda le radici nell'antica Palermo, affidato ai pupi che non sono solo marionette in noce o cipresso intagliate ma sono anche fratelli e figli dello stesso padre: Mimmo Cuticchio.
Un'impresa la sua, paragonabile in scala ridotta a quella di Garibaldi: ri-innovare senza tradire la tradizione pupara tramandata da Giacomo Cuticchio, il padre.
Rinnovare un repertorio impregnato di storie d’amore e battaglie per rafforzarlo con la potenza del Cunto, il saper cuntare, ovvero narrare a ritmo di musica metrica l'epica.
Così la sala InterAction dell'Arena del Sole diventa, per due giorni consecutivi (6-7 febbraio) fucina di storie italiane, anzi della Storia italiana (in occasione della ricorrenza dell'Unità d'Italia), raccontata da U' Principal (Mimmo Cuticchio) che presta la sua voce per narrare le vicissitudini di una penisola che implorava unità; il cappellano Buttà che racconta l'avventura dei Mille vista con gli occhi dei Borboni e i Pupi “popolani” che patteggiano per Garibaldi.
Una voce pungente, a volte melliflua, del Maestro che scansiona le battute in sillabe, per frazionare le parole fino a frantumarne il senso: raccontano il Risorgimento della Penisola da quando un corpo di volontari comandato da Giuseppe Garibaldi parte dalla spiaggia ligure di Quarto (maggio 1860), sbarca presso Marsala in Sicilia, successivamente conquista il Regno delle Due Sicilie permettendone l'annessione al nascente Stato italiano.
Al racconto del Cuntista si sovrappongono diverse scenette che il figlio Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna, Tania Giordano da dietro il teatrino dei pupi allestiscono (per esempio lo sbarco a Marsala, l'incontro fra Cavour e Vittorio Emanuele, o la battaglia) “coinvolgendo lo spettatore in una rappresentazione di teatro nel teatro”.
- È uno spettacolo dove si parla di battaglie ma se ne vedono poche; è molto narrativo, un po' sui generis, lontano dalle rappresentazioni classiche dei pupi, ma secondo me ha anche una profondità epica – commenta il giovane Cuticchio.
E poi riviviamo Palermo bombardata dai Borboni, vediamo speranze rase al suolo e quotidianità fragili in foto originali proiettate su un valoroso tricolore che invade la scena.
Un applauso patriottico dilaga in teatro. Per Garibaldi e gli eroi che hanno lottato per l’unità, per Cuticchio e i suoi Pupi, per la passione con cui ha raccontato una fetta importante della nostra storia.
O a palermo o all'inferno – Lo sbarco di Garibaldi in Sicilia:è la coraggiosa storia della penisola italiana, raccontata dal teatro dei Pupi siciliani, oggi iscritto tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'Unesco.
Angela Sciavilla
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Associazione Figli d’Arte Cuticchio presenta O a Palermo o all’inferno – Lo sbarco di Garibaldi in Sicilia
Ideazione scenica, drammaturgia e regia: Mimmo Cuticchio
Oprante – contastorie: Mimmo Cuticchio
Manianti e combattenti: Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna, Tania Giordano
Assistente alla regia: Heidi Mancino
I pupi tradizionali sono stati costruiti da Salvo Bumbello, Gaspare Canino, Francesco Caruso, Peppino Celano, Guido Cuticchio, Mimmo Cuticchio, Antonino D’Agostino, Paolo Galluzzo, Enzo Moavero, Cola Pirrotta.
Le teste di Giuseppe Garibaldi, Nino Bixio, Colonnello Bosco, Vittorio Emauele II, Francesco II, Cavour, così come le sciabole e i fucili dei borboni sono stati realizzati da Nino Cuticchio, i vestiti dei pupi tradizionali da Pina Patti Cuticchio, i vestiti dei garibaldini, dei borboni, dei nobili napoletani, di Francesco II, Cavour, Vittorio Emanuele II, Maria Sofia e Giuseppe Buttà da Tania Giordano.
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