mercoledì 27 febbraio 2013

Le camere di Tondelli e l'avventura all'amore separato di Adriatico


Una ricorrenza tra le altre. Un personaggio scomodo e inquieto come altri. Pier Vittorio Tondelli muore il 16 dicembre 1991. Una vita spezzata a soli trentasei anni dall'Aids. Andrea Adriatico fa un omaggio a Camere separate, romanzo quasi autobiografico di Tondelli, pubblicato due anni prima della sua scomparsa. Lo spettacolo si chiama Biglietti da camere separate. Due interpreti, Maurizio Patella e Mariano Arenella. Ciascuno distante dall'altro. Ciascuno nella sua camera. Si parlano e parlano al pubblico. Si guardano e guardano il pubblico. Ciascuno dalla propria camera.


Un cerchio tratteggiato con mattoni da costruzione. Gli attori vestiti di camicia bianca e pantalone nero si spogliano quasi fosse il preludio a un atto d'amore. Nessun involucro a difendere le inibizioni. Nudi, si scambiano gli spazi, cercano un contatto in un bacio carnale e appendono le lenzuola a un filo teso, citando una pratica domestica tipica delle convivenze. I due attori raccontano, come in un salotto tra amici, la storia di Leo, scrittore omosessuale che dalla rielaborazione di un lutto inseguirà le particelle di sé disseminate tra i ricordi di una vita inquieta attraverso un viaggio per l'Europa. Le camere separate sono la proposta di un tipo di amore concepito come “solitudine e desiderio rinnovato dalla distanza”, “vissuto per prossimità e mai per convivenze troppo opprimenti”. Thomas ha voglia di vivere con e Leo di vivere senza. Un conflitto che porterà alla separazione e alla decisione, da una parte presa e dall'altra subita, di vivere in due città diverse. La morte del primo per Aids e la fuga in solitaria del secondo che attraversa il non luogo della propria solitudine. Tondelli non ha mai parlato pubblicamente della sua malattia. Omosessualità, silenzio, vita, emozioni. La fuga da un'idea di convivenza e oppressione.


 L'idea di un amore vissuto fuori da canoni stereotipati. Camere separate non è un romanzo sentimentale, ma mette a nudo la vita tra due estremi: l'amore e la malattia. Un teatro che ti guarda negli occhi. Profondità di sguardi. Parole languide e fluide come un torrente tra le due rive di pubblico. Lo spettatore si scopre dividuo nella sua individualità. Un teatro che fa piangere perché riporta a galla traumi e dolori di una vita. Un teatro intimo ed embrionale, vicino ed epidermico. Vicino. Così vicino da sorprendere quei particolari che solitamente sfuggono alla vista, per la distanza tra palco e platea. La camicia bianca griffata United Colors of Benetton, la cicatrice sulla spalla destra, i segni del laccio stretto al collo, i piedi, gli occhi, la nudità dei corpi. Tema centrale è l'amore che fugge dalla possessione di dividere lo stesso spazio.


Un romanzo narrato a due voci. Due registi, due paia di occhi con profondità diverse, due opposti che si equivalgono. Carne su carne, senza veli. Due letti, due camere separate. Buio. Un biglietto, offerto all'inizio dello spettacolo, dice:

“Love is Natural and Real
  But not for you, my love
  Not tonight, my love
  Love is Natural and Real
  But not for such as You and I, my love.”
(P.V. Tondelli, Biglietti agli amici, Biglietto numero 16)

In scena dal 23 al 26 Febbraio 2013 a Teatri di Vita (Via Emilia Ponente, 485, Bologna)
Biglietti da camere separate, uno sguardo di Andrea Adriatico su Pier Vittorio Tondelli.

Angela Grasso

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