Il 31 ottobre Teatri di Vita accoglie un pubblico con
uno show man scalda-pubblico, ibrido
tra un venditore di spot pubblicitari e un mangiafuoco voluttuoso dalle curve
esageratamente coinvolgenti che danza, farfallino, sui suoi chili abbondanti. E
ancora canta, recita, interpella il pubblico con quiz e brevi stornelli da
ripetere a ritmo di battiti di mani.
Il
nuovo lavoro di Emma Dante, ancora in fase di studio, debutta in occasione
della decima edizione di Gender Bender,
festival Internazionale che
presenta opere d’arte contemporanee,
legate alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di
genere e di orientamento sessuale, promosso dal Cassero, gay e lesbian center.
Un fenomeno da baraccone
sbrilluccicante quello della Compagnia
Sud Costa Occidentale, che sottende la travagliata storia d’amore della
trans-soubrette Stellina con Principe Azzurro.
Lo spettatore, ingordo di
risa, cerca il buffo, lo stravagante e il pizzico di erotismo, che non attende
a presentarsi. Tra i circensi di sensualità, si esibiscono ballerini di tango e
flamenco, lussuriosi nei passi danzati, in provocanti abitini burlesque: un “tira e molla” ormonale che si gioca sulla
seduzione, palpata e goduta, sulle note di un orgasmo scenico.
Un collage di esibizioni, talvolta poco connesse tra loro, a sé
stanti: peculiarità di una regia che vuole mostrarci una serie di comicità
acrobatiche o pecca di un lavoro visibilmente in fase di studio? (con ampie
possibilità di miglioramenti, si spera).
Infine tocca a Stellina.
Non sa cantare, né ballare, “Però ho una cosa rara: una storia d’amore”. Il suo
amato-amante, Principe Azzurro, è un uomo sposato con figli.
Al centro del palco, la
nostra soubrette apre il suo cuore “chien
u’ zucchr’”. Racconta, con una voce in falsetto la sua drammatica storia in
cui il sogno si tramuta in separazione. Stellina prende coscienza di essere stata solo un oggetto sessuale per
Principe, una “bambola” abbandonata a se stessa, proprio come quelle gonfiabili
presenti in scena, ormai prive completamente d’indumenti.
Le briglie dell’etica
faranno danzare i personaggi-carillon in un balletto finale, sul quale non si può
fare a meno di applaudire la
compagnia Sud Costa Occidentale per
aver parlato di transessualità, sullo sfondo del divertimento e del grottesco. Il pubblico condivide le scelte registiche con
lunghi e insistenti applausi.
Gli attori propongono una
recitazione consapevole e immedesimata. Inchino di: Davide
Celona, Marcella Colaianni, Francesco Guida, Carmine Maringola.
Angela Sciavilla
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