venerdì 4 maggio 2012

Passaparola: #Mercuziononvuolemorire

È uno spettacolo di teatro, ma un po’atipico. Armando Punzo, regista della Compagnia della Fortezza, continua a lavorare al progetto Mercuzio non vuole morire. Partito lo scorso anno all’interno del festival VolterraTeatro, è arrivato a oggi con un’ambizione: coinvolgere tutta la città per fasce di età. Non aveva più senso fare semplicemente uno spettacolo. Per il regista, che da venticinque anni opera all’interno del Carcere di Volterra, ora è fondamentale fare un passo in avanti. Bambini, ragazzi, giovani, adulti, tutti vengono coinvolti nel vortice di Mercuzio. È lo sforzo di una compagnia teatrale di andare dentro la città, essere parte di una comunità. L’obiettivo è di conoscere tutte le realtà che operano sul territorio facendo, quindi, un monitoraggio, una mappatura completa dei cittadini, delle professioni, delle associazioni, delle scuole.
Da più di un anno Armando Punzo è in giro per le città di Volterra e Pomarance per incontrare persone, per raccontare, per spiegare chi è Mercuzio, perché è così importante che non muoia.

Lo spirito libero della storia di Romeo e Giulietta, il poeta, il sognatore, si ribella al suo stesso padre autore. Mercuzio - nel sogno di Punzo - lotta contro William Shakespeare e prende in mano il suo destino. Cresce a dismisura, diventa grande, non è più marginale alla storia, non muore al primo atto, non viene più fermato da Romeo con un lapidario: “Basta Mercuzio, tu parli di nulla!”. Nel sogno della Compagnia della Fortezza il simbolo della cultura, del teatro, vince sulla morte e va incontro alla vita. La domanda è in contro tendenza: “E se Mercuzio non morisse?”. Risposta: “Forse la tragedia dei giovani innamorati non si compierebbe!”, “Forse Romeo e Giulietta potrebbero coronare il loro sogno d’amore!”.

È da qui che Punzo e i suoi sono partiti: hanno cercato dapprima amici di Mercuzio, altri poeti, altri artisti che potessero sposare la causa. Ma con il tempo si sono resi conto che non bastava. Era necessario essere di più. Essere in tanti, essere diversi, ognuno portatore di se stesso, ognuno con le proprie capacità, con la propria vita. Perché se Mercuzio muore, se il teatro muore, se la cultura muore, è una tragedia per tutti e non solo per gli addetti ai lavori.

Armando Punzo parla, racconta, cerca di spiegare fino a perdere la voce e dai suoi occhi si intuisce che non si fermerà fino a quando tutti non saranno consapevoli che Mercuzio non vuole e non può morire.

Lancia l’idea di un teatro di massa: strade e piazze diventeranno un grande set dove poter animare una favola. Gli abitanti di Volterra e Pomarance saranno i protagonisti della loro storia. Basta con la pesantezza dei cittadini della bella Verona, si cercano persone che siano portatrici di leggerezza, di quella leggerezza pensosa che tanto cara era a Calvino.

“Aiutatemi” è il monito di Armando Punzo che per primo ha indossato i panni di Mercuzio. “È difficile da realizzare, ma se poi dovessimo riuscire?” questa è la domanda, ingenua e terribile, che rivolge a tutti quelli che incontra.

Coinvolgere migliaia di persone per poter non più solo sopravvivere, ma finalmente vivere e sognare. I Mercuzi sono quelli che “le cose possono cambiare”.

Una grande occupazione della città, uomini, donne e bambini che si riappropriano delle proprie vie e piazze. La trasformazione è in corso. Si comincia con una grande foto di massa. Venerdì 4 maggio a Pomarance alle h. 16 e Sabato 5 maggio a Volterra alle h.11. Una fotografia, un modo per poter dire “Io c’ero, ho creduto in Mercuzio e ho partecipato!” Le giornate saranno seguite su Voci dalla Soffitta tramite il blog, twitter, facebook e lo hashtag sarà semplicemente #Mercuziononvuolemorire.

Passate parola!
Josella Calantropo


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