domenica 9 febbraio 2014

La danza di Zorba fra speranze e tradizioni

Il sipario non ha ancora svelato la sorpresa della scenografia magistralmente illuminata che già il ritmo cadenzato del sirtaki fa capolino nelle orecchie del pubblico del Teatro Duse. Quasi suggerisce: benvenuti a Creta, isola di amori, fatiche e lealtà.
Zorba, interpretato dall’aitante quanto portentoso Balázs Pátkai, e i suoi compagni guidano gli occhi ammaliati degli spettatori in un itinerario avvincente, senza celare alcun frangente della propria indole sanguigna e fedifraga.


Il gruppo delle donne, tecnicamente eccelso ma fin troppo inespressivo, anima il palcoscenico di un’altra danza, originaria di una terra non troppo distante dall’isola persa nel grande Mediterraneo: la pizzica-pizzica delle tarantolate salentine. Non tutte le interpreti femminili, però, personificano il folklore ellenico: Barbara Ströck, nei panni della futura moglie di Zorba, quasi sfiora il pavimento con le scarpette da punta, miscelando l’eterea bellezza di un piccolo fiore campestre agitato dalla brezza di primavera all’arguta gelosia di una donna assai cosciente d’avere accanto un farfallone.
E quale migliore occasione se non una festa per confermare questi sospetti!
I popolani, avvolti da lunghi mantelli di scintillante laminato bronzeo, inneggiano alla goliardia, ignorando un tenero amore appena sbocciato tra gli effluvi di cotanta voluttà: un giovane scrittore inglese, approdato a Creta e subito entrato nelle grazie di Zorba, s’innamora di una giovane autoctona, a sua volta desiderata ardentemente da un altro uomo.


L’intramontabile trio amoroso, protagonista d’innumerevoli storie e leggende, culminerà nella follia più disperata, rischiarata da un fascio di luce verde che gradatamente si disperde nelle tenebre di una morte suicida. La deflagrazione di dolore penetra nel profondo di ogni cuore e non rimane che un dito minaccioso a palesare il volere di tutta la popolazione: vendetta. La furia assassina, cieca e inarrestabile, si avventa sull’esile malcapitata e per qualche attimo lo spigoloso paesaggio cretese si fa simulacro delle disgrazie di Malena e Roxanne, vividamente bollate nella memoria attraverso la pellicola cinematografica.
Ma la Morte non ha ancora completamente assolto i suoi oneri: a Zorba non sarà concessa la felicità di avere una sposa al suo fianco, ma solo un triste ricordo intrecciato nelle candide fila del velo nuziale. Il Destino sembra ormai aver compiuto il suo scacco matto sul povero mercante, ma l’alba di un nuovo giorno fortifica la Speranza in un futuro migliore, per il quale i popolani gioiscono danzando il più celebre sirtaki della propria tradizione.



Visto al Teatro Duse di Bologna
Mercoledì 11 dicembre 2013

Marco Argentina

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